Approvato definitivamente dalla Camera il disegno di legge contro la violenza nei confronti del personale sanitario. Ratificata con 144 voti favorevoli e 92 astensioni, la normativa rafforza le misure punitive per chi danneggia beni pubblici destinati alla sanità e introduce pene fino a cinque anni di reclusione per chi li deteriora o distrugge.
Una decisione il cui obiettivo primario è impegnarsi a garantire la sicurezza di medici e infermieri impegnati nelle loro operazioni, in quanto spesso ultimamente capita di casi di aggressione nei loro confronti che oltre a comportare lesioni agli interessati e danneggiamenti di macchinari, vanno in conseguenza a questo a rallentare anche le operazione sanitarie.
“Apprendiamo con soddisfazione il decreto del Governo sul contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari e di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitari. Questa legge – afferma il DS dell'Asl1 Roberto Predonzani – sarà un valido deterrente ma soprattutto è un aiuto in più per gli operatori sanitari nel lavorare con maggior sicurezza”.
Anche gli organi sindacali sottolineano la necessità di un provvedimento di questo tipo: "I sindacati chiedono da tanto che si intervenga in modo un po' più rigido - sottolinea Milena Speranza - si parla di aggressioni nei confronti di personale che svolge la sua attività e, oltre a fare danno diretto a loro, si fa danno anche alla sanità, perché si ferma l'attività e non si può dare assistenza alle persone. Una legge era assolutamente necessaria e speriamo che, qualora si verifichino incidenti, le pene vengano applicate".
A queste parole fa eco Alessandro Petrini della Cgil: "Soprattutto nei pronti soccorsi e nei reparti più delicati molti del personale ricevono ingiurie e maltrattamenti di vario tipo. Si spera che questa norma possa migliorare la situazione. Detto ciò rimane una problematica di carenza di personale, che non aiuta a mantenere un clima disteso".
Una questione su cui gli organi sindacali insistono è che, oltre alla nuova norma, un deterrente utile potrebbe essere garantire presidi di polizia maggiori, in particolare nelle fasce pomeridiane e serali, quelle in cui, sottolinea Petrini, capita che in seguito a lunghe attese, legate appunto ai problemi di carenza di personale, chi si trova in attesa sbotti.
Due le novità più importanti introdotte dal Dl 137/2024, a cominciare dall'introduzione dell'arresto in differita, cioè la possibilità di fermare un presunto responsabile anche a posteriori, sulla base di immagini e video di sorveglianza. La seconda è l'inasprimento delle pene, che vanno da due a cinque anni per lesioni semplici, ma si arriva a un massimo di 16 anni per quelle gravissime. Previsto poi il carcere fino a 5 anni per chi danneggia materiali e arredi e sanzioni fino a 10mila euro.