E' una perizia asseverata, per verificare i danni subiti dalla mancata manutenzione, il nuovo passo compiuto dal Comune di Sanremo per tentare di risolvere il caso del porticciolo a Capo Pino, al confine con Ospedaletti. L'incarico è stato affidato alla società Armax Consulting, con sede ad Alassio, per una spesa complessiva di circa seimila euro. Un atto necessario, dopo che nell'agosto scorso è scattata la messa in sicurezza dell'area con la sistemazione di transenne sulla banchina, lungo il perimetro demaniale.
Tuttavia, c'è chi ha continuato a utilizzare come spiaggia il piccolo approdo in disuso, violando il divieto di accesso. E costringendo l'ufficio competente di Palazzo Bellevue a richiudere lo sbarramento, questa volta con un doppio lucchetto. Già, perché sul porticciolo si affaccia un grosso condominio retaggio dell'espansione edilizia negli anni '60/'70, in cui molti alloggi sono parte integrante della rete degli affitti turistici. C'è pure una piscina, di proprietà del complesso (ai piedi del quale è rimasto a lungo attivo anche un ristorante), ma desolatamente vuota: altro segno del degrado da cui scaturisce la vicenda.
Giusto 25 anni fa, il 18 novembre 2009, il Comune rilasciava al costruttore, l'impresa Cangiotti Snc con sede a Ospedaletti, la licenza per l’occupazione di 12.045 mq dell'area demaniale marittima e il conseguente mantenimento dell'approdo con gli spazi collegati. Ma nel febbraio scorso è stata disposta la decadenza della concessione a causa del "perdurare del cattivo stato manutentivo del bene, nonché l’ulteriore ed importante ammaloramento di alcune parti del compendio immobiliare di proprietà dello Stato", oltre che per il mancato versamento del canone demaniale dal 2015 al 2022. Ciò dopo che erano cadute nel vuoto una diffida e un'ordinanza sindacale.
Ora si tratta di stimare "il danno subito dalle opere di proprietà dello Stato per la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria", nonché valutare le successive azioni da intraprendere, considerando che nel sopralluogo effettuato alla fine dell'aprile scorso è stato appurato l'evidente stato di degrado: parziale crollo delle opere di contenimento del tratto terminale del porticciolo, ringhiere arrugginite e di altezza ridotta, piscina senz'acqua.
"Noi agiamo per conto dello Stato - premette l'assessore competente Lucia Artusi - quindi senza potere di legittimazione. E' una questione complessa, già costata circa 40 mila euro alle casse comunali per la sola recinzione dell'area. La perizia appena affidata darà la misura degli interventi necessari per la messa in sicurezza, il cui costo già si profila elevato. Da parte nostra potremmo tentare d'indire una manifestazione d'interesse per una nuova concessione duratura, ma l'entità dei lavori e le difficoltà di accesso carrabile, limitato a una stradina di proprietà privata (mentre a piedi si arriva dalla soprastante Aurelia) non agevolano di certo una soluzione. L'ideale sarebbe che a farsi avanti fosse il condominio interessato, pur con problemi e oneri del caso. Valuteremo il da farsi con la Regione, nostro diretto referente amministrativo".