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Attualità | 08 novembre 2024, 12:21

Sciopero della Riviera Trasporti: adesione massima ma c'è anche chi lavora, la preoccupazione è per il futuro (Foto e Video)

Abbiamo fatto un 'giro' alla stazione dei bus di Sanremo e parlato con alcuni dipendenti che vivono la crisi di Rt sul 'campo'

Sciopero della Riviera Trasporti: adesione massima ma c'è anche chi lavora, la preoccupazione è per il futuro (Foto e Video)

Adesione ai massimi livelli e gravi disagi per gli utenti, ma c’è anche chi non ha fatto sciopero ed ha lavorato ugualmente. E’ questa la situazione per i dipendenti di Riviera Trasporti che, seguendo l’astensione dal lavoro proclamata a livello nazionale, hanno incrociato le braccia, lasciando a piedi migliaia di viaggiatori. Praticamente hanno aderito quasi tutti e gli autisti che lavorano si contano sulle dita di una mano.

Lo sciopero è stato indetto per chiedere il rinnovo del contratto nazionale ma i problemi di Rt nella nostra provincia sono decisamente più gravi di quelli che si possono trovare in altre aziende sparse sul territorio nazionale. La crisi dell’azienda è nota a tutti, anche se è stato confermato che il concordato andrà in porto grazie alle vendite dei depositi di Sanremo e Ventimiglia.

Questa mattina la stazione dei bus di piazza Colombo è praticamente deserta. C’è il pullman di un’azienda privata che sta per partire con direzione Pescara e molti sono i passeggeri che stanno per imbarcarsi. Ma ci sono anche un paio di mezzi Rt, condotti da autisti che hanno deciso di lavorare comunque: arrivano da Ventimiglia e dai quartieri del Borgo e di Baragallo. Qualcuno scende per fare delle commissioni e non sa se potrà tornare a casa.

Riusciamo a parlare con qualche dipendente che non sciopera e cerchiamo di capire la situazione, anche se è nota da tempo. Quello che manca, ormai da decenni, è il contributo pubblico perché un’azienda come Rt sulle sue gambe non si può reggere. In molti evidenziano come i cosiddetti ‘portoghesi’ (quelli che non pagano il biglietto) sono tantissimi e quantificabili nel 60% dei viaggiatori. Ma, secondo i dipendenti che abbiamo incontrato, non è quello il problema del ‘buco’ da milioni di euro provocato negli anni.

“Una volta arrivavano soldi a pioggia da Roma, dalla Regione e la contribuzione dei comuni era decisamente importante – ci dicono – ora i soldi arrivano con il contagocce”. E’ quindi una leggenda metropolitana, quella che Rt è ‘a bagno’ perché in pochi pagano il biglietto? Secondo chi vive l’azienda da dentro assolutamente si. E senza l’intervento pubblico non si va da nessuna parte.

C’è anche il costo del biglietto che incide? “Assolutamente si, ci rispondono. Pensate che per spostarsi tra località come la Val Nervia e le porte di Sanremo si spende un euro e cinquanta e, magari, avanza pure qualche minuto (sono 110 quelli a disposizione del tagliando). Per fare la stessa tratta sul Rt Piemonte, tra Ceva ed Ormea, servono 5 euro. E’ chiaro che la diversità di prezzo cambia totalmente il dare-avere per l’azienda”.

E poi il problema degli autisti, perché in pochi ormai vogliono farlo e i motivi sono chiaramente sul tavolo: “Una volta c’è la ‘corsa’ per condurre i bus in questa zona – ci dicono – gli stipendi erano discreti e il posto decisamente più ‘sicuro’. Oggi servono 5-6.000 euro per conseguire la patente, quando si entra si guadagnano 1.200-1.300 euro al mese con responsabilità che, in altri lavori non ci sono e dove si guadagna di più. Chi se la prende la briga di venire a lavorare qui?”.

Proprio per questo Riviera Trasporti ha deciso di affidarsi ad alcune aziende private per tappare i buchi, anche perché gli autisti stanno facendo straordinari fino al massimo consentito dalla Legge. Saranno otto i bus che verranno affiancati a quelli di Rt e che arriveranno dal privato, una situazione paradossale se si pensa a quello che furono aziende come Sati e Stel, negli anni d’oro del trasporto pubblico locale. I sindacati hanno chiesto a più riprese, a Provincia e Regione, soldi per i mezzi ed autisti mentre, ai Sindaci dei comuni imperiesi lamentano una ‘lontananza’ dai problemi di Rt, chiedendo atti concreti e subito.

Mentre i passeggeri rimangono a terra e i dipendenti Rt stanno scioperando, il futuro dell’azienda non è certo roseo. C’è chi pensa ai tanti soldi buttati dalla finestra (uno degli sprechi maggiori è stato sicuramente l’investimento per i bus ad idrogeno sempre fermi, inutilizzati e ormai obsoleti) e alla politica che, per anni è stata lontana dalle problematiche vere del trasporto e dei dipendenti. I sindacati oggi chiedono il rinnovo del contratto ma, ne siamo certi, vorrebbero che chi amministra a livello locale, regionale e nazionale, prospetti un futuro decisamente diverso da quanto è successo negli ultimi anni.

Carlo Alessi

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