Attualità - 07 novembre 2024, 13:11

Scatta lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, possibili disagi per chi viaggia nell'estremo Ponente ligure

24 ore senza il rispetto delle fasce di garanzia

Foto d'archivio

"Le nostre ragioni sono le ragioni di tutti! Siamo consapevoli dei disagi che ci saranno il giorno dello sciopero ma è lo stato in cui versa il settore che crea disagio ai cittadini ogni giorno, tutti i giorni". E' il motivo dello sciopero nazionale dei trasporti della durata di 24 ore senza il rispetto delle fasce di garanzia, che domani coinvolgerà anche il servizio di trasporto pubblico gestito dalla Riviera Trasporti. Lo annunciano le segreterie nazionali di Fil-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl. Possibili disagi si potranno, perciò, creare l'8 novembre, per l'intera giornata, se i dipendenti Rt aderiranno allo sciopero, verso gli utenti che abitualmente prendono la corriera nell'estremo ponente ligure, anche nelle vallate.

Una giornata di protesta per mettere in risalto, come, "tutti i giorni, la mancanza di risorse e di programmazione genera disservizi; tutti i giorni il disinteresse delle istituzioni impedisce alle persone di usufruire di un adeguato servizio pubblico; tutti i giorni sempre meno giovani scelgono di lavorare nel Tpl, tutti i giorni il progressivo abbandono e la conseguente carenza di personale riducono il servizio programmato; tutti i giorni l'impossibilità di garantire l'incolumità fisica sui mezzi allontana utenti e dipendenti dal servizio pubblico; tutti i giorni la crisi del trasporto pubblico contrappone personale operativo e cittadinanza aggravando i fenomeni di aggressione; tutti i giorni l'inflazione riduce i salari e aumenta i costi del servizio; tutti i giorni il pieno diritto alla mobilità è negato alla cittadinanza; tutti i giorni giuste retribuzioni e dignitose condizioni di lavori sono negate a lavoratrici e lavoratori; tutti i giorni lavoratori, lavoratrici e cittadinanza pagano il prezzo dell'inefficienza gestionale del settore".

Un'intera giornata con riduzione delle fasce di garanzie per che chiedere "il rinnovo del contratto nazionale, per ottenere migliori condizioni di lavoro e per promuovere una profonda riforma del settore, che possa garantire un servizio pubblico di qualità da offrire alla cittadinanza, anche in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Il nostro obiettivo è trovare soluzioni per i lavoratori e le lavoratrici del settore e rispondere al bisogno di mobilità pubblica della cittadinanza. Quando ciò viene reso impossibile, non dalle nostre rivendicazioni, ma dal disinteresse delle istituzioni e dall'inadeguatezza delle controparti, lo sciopero rimane l'unico strumento legittimo per far sentire la nostra voce. La responsabilità degli scioperi risiede nello scarso interesse per il Trasporto Pubblico Locale dimostrato nel tempo dai Governi e dalle associazioni datoriali che rappresentano le imprese".

"Dal 2010 il sistema di finanziamento del settore, erogato attraverso il Fondo Nazionale del Trasporto Pubblico Locale, ha subito ingenti tagli oltre ai mancati adeguamenti al tasso di inflazione. Per parte loro, le Regioni, se non con rare eccezioni, non hanno finanziato i trasporti pubblici, né sono intervenute con mirate politiche di settore. Abbiamo assistito alla riduzione dei servizi e al decremento del potere d'acquisto dei salari, al peggioramento delle condizioni lavorative e all'aumento esponenziale delle aggressioni al personale front - line: per questi motivi la contrazione di personale operativo è in continuo peggioramento, producendo una carenza tra il 10% ed il 15% del personale necessario. Si stima che manchino più di 10.000 autisti per garantire non solo il servizio programmato, ma anche quello minimo essenziale" - sottolineano le sigle sindacali - "Davanti a tutto ciò le associazioni datoriali hanno dimostrato di essere incapaci di progettare e investire nel futuro del settore e le imprese di produrre piani industriali di prospettiva, persistendo nella miope finalità di richiedere aumenti di produttività, flessibilità normative e diminuzione di costi, che comporterebbero solo un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro. La nostra è una legittima vertenza che si compone di proposte di buon senso, in linea con le esigenze del mondo del lavoro e della cittadinanza. Pertanto, la politica, le istituzioni, il Governo e le controparti datoriali facciano seriamente la loro parte per il rinnovo contrattuale e per avviare una riforma complessiva di tutto il settore".