Attualità - 03 novembre 2024, 12:21

Seborga: a 90 anni chiede di 'battere' le olive per ricordare i tempi passati, la commovente storia di Ognissanti (Foto)

L'uomo, che aveva lavorato da giovane tra gli ulivi della Calabria, ha prestato la sua opera all'agriturismo 'Monaci Templari'

“Qualche giorno fa una signora chiamò la nostra azienda agricola chiedendo se fosse possibile portare suo padre, novantenne, a raccogliere le olive. Colto un po’ alla sprovvista, le spiegai che non potevamo assumere altre persone. Ma la signora, con voce gentile, mi raccontò che suo padre, da giovane, aveva passato molte stagioni nei campi a raccogliere le olive e che sognava di rivivere quella esperienza”.

Sono le parole di Flavio Gorni, titolare dell’Agriturismo ‘Monaci Templari’ di Seborga che ci racconta una storia straordinaria e commovente, accaduta sul territorio del principato alle spalle di Bordighera. “Pur essendo una fattoria didattica aperta a persone di ogni età – prosegue - non avevamo possibilità di ospitarli. Eppure, decisi di aiutarli. Trovammo per loro un alloggio in una struttura vicina, e ci accordammo per incontrarci il giorno di Ognissanti. Quando arrivarono, mi trovai davanti un signore anziano, ma pieno di energia e di racconti. Con i teli pronti, ci avviammo tra gli ulivi, scegliendo i rami più bassi e accessibili, dove insieme avremmo raccolto quei piccoli frutti così preziosi. La figlia era premurosa accanto a lui, e il padre cominciò a raccontarmi la sua vita, con parole a volte corrette dalla figlia, ma sempre piene di emozione”.

L’uomo è originario della Calabria, in un momento in cui la povertà era tanta, e di come un giorno riuscì a prendere il treno per Milano, dove trovò lavoro quasi subito. “Mi raccontò di come chiamò l’amica del suo paese – va avanti il racconto - una donna della quale era innamorato da sempre e che viveva come lui della raccolta delle olive. Grazie al lavoro, riuscirono a sposarsi, a costruire una vita dignitosa insieme, e ad avere tre figli”. Il 90enne ha parlato con i titolari dell’agriturismo esaltando Milano, la città che gli aveva cambiato la vita e che, grazie anche a una legge di quegli anni, gli aveva permesso di andare in pensione.

“A pranzo, si segnò con la croce, e lo feci anch’io, perché, al di là della religione, trovo sia un segno di gratitudine per il cibo, una tradizione che oggi sembra perduta. Mi parlò dei suoi due fratelli e della sorella, di come gli mancassero, e di come gli piaceva ricordare i tempi passati. Eppure, quella giornata era per lui un’esperienza nuova e indelebile, che riportava in vita ricordi antichi, ma sempre vivi, perché, disse ‘ogni momento vissuto è un dono, e chi ha conosciuto il sacrificio sa anche apprezzare la vita e trasmettere questa energia a chi gli sta accanto’.”

Non senza un pizzico di commozione per quanto accadutogli Gorni termina: “Spero di vivere molti altri incontri così e di poter tramandare questi ricordi, perché non vadano perduti. Il mondo di oggi è cambiato, ci siamo allontanati da tante cose semplici, spesso rimaniamo indifferenti a ciò che ci circonda. Ma forse, un giorno, torneremo a quei valori autentici, che si trovano nelle cose semplici, come trascorrere un giorno con un uomo di 90 anni a raccogliere le olive”.