Un fiore che vale un’intera economia. Il crisantemo ligure, infatti, oltre ad essere il simbolo sempre vivo di Ognissanti, nella produzione di piante e fiori in Liguria coinvolge oltre 21 mila aziende, 14 mila per fiori in vaso e 7.500 per le piantine da trapianto.
In questi giorni, appunto, il crisantemo conferma la sua candidatura trainante per la floricoltura regionale e come protagonista del settore. Conosciuto anche come “fiore d’autunno”, “giapponese”, “fiore dei morti” è invece simbolo di vita e rinascita proprio per i suoi colori vivaci con sfumature dal giallo al rosso tanto che, nel resto del mondo, si impone con il significato di gioia e prosperità mentre nel nostro paese da sempre ha assunto il ruolo tipico per la commemorazione della festa di Ognissanti e dei Defunti.
Del crisantemo, che è possibile avere in vaso o reciso, ne esistono ben 200 specie mentre riesce a vegetare e crescere su qualsiasi tipo di terreno mentre, proprio quale simbolo di rinascita, è la sua caratteristica di poter fruire del “giorno breve” ovvero, essendo una pianta “brevidiurna”, di adattarsi a germogliare mano a mano che le ore di luce diminuiscono. Per quanto attiene la nostra provincia è l’area sanremese a confermarsi come il principale territorio della sua coltivazione con il 95 per cento in ambito regionale con 3.200 aziende ponentine e circa un migliaio nella provincia di Savona.
Un settore, insomma, che è il naturale protagonista della floricoltura soprattutto in questo periodo autunnale e che si impone all’attenzione di Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale. “Questa produzione di crisantemi e altri fiori di stagione – affermano insieme – è fondamentale per molte aziende liguri che questo tipo di coltivazione rappresenta la principale risorsa di mercato. Vogliamo anche ricordare agli acquirenti del crisantemo – proseguono – di scegliere piante di sicura origine ligure non soltanto per contribuire alla vita delle aziende nostrane ma anche per salvaguardare l’ambiente e riconoscere il lavoro dei produttori locali per la loro attenzione al miglioramento della selezione delle varietà”.