Politica - 23 ottobre 2024, 07:11

Camporosso, la minoranza abbandona il consiglio comunale. Gibelli: "Comportamento grave e inaccettabile" (Foto e video)

"E' una mancanza di rispetto personale e istituzionale", dice il sindaco replicando alle dichiarazioni del consigliere comunale di minoranza Morabito

"Mi preme rimarcare l’episodio che ha visto l’intera minoranza consiliare abbandonare l’aula per fare mancare il numero legale e, quindi, impedire lo svolgimento del consiglio comunale. Ritengo che il comportamento tenuto dalla minoranza sia grave e deprecabile, oltre che inutile visto che a distanza di ventiquattro ore stiamo regolarmente svolgendo il consiglio comunale con la trattazione degli stessi punti all’ordine del giorno". Con queste parole il sindaco di Camporosso Davide Gibelli, ieri sera in consiglio comunale, ha replicato alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale di minoranza Maurizio Morabito a nome di tutto il gruppo consiliare 'SìAmo Camporosso'.

La minoranza, lunedì sera, si è alzata e ha abbandonato l’aula dopo che si è accorta che mancava il numero legale in maggioranza durante il consiglio comunale a Camporosso. La seduta è così saltata e si è svolta ieri sera alla presenza di un numeroso pubblico. "Non possiamo che non esprimere il nostro totale dissenso sul vostro operato, innanzitutto perché avete abbandonato l’assise senza nessuna motivazione, soltanto per il gusto infantile di fare un dispetto alla maggioranza e macchiare la bellezza e l’entusiasmo con la quale due giovani donne si apprestavano ad assumere il ruolo di consigliere comunale" - ha detto Gibelli - "Per me, per noi, questo comportamento è inaccettabile. E' una mancanza di rispetto personale e istituzionale nei confronti di tutti i singoli consiglieri comunali, oltre che dell’intero organo collegiale. E' una mancanza di rispetto anche nei confronti del personale comunale, del pubblico presente in aula e della cittadinanza tutta. Il rispetto non c'è e se non riuscite a mettere a fuoco questo concetto probabilmente è perché vi manca la sensibilità per capire che queste situazioni hanno come traccia profonda questa mancanza di rispetto".

"Avete anche pienamente disatteso il ruolo in capo alla minoranza consiliare che è principalmente quello di controllare la legittimità dell’operato della maggioranza e, quindi, di garantire il buon governo. Voi non avete esercitato questo ruolo perché con la vostra condotta, assolutamente inutile e fine a se stessa, avete causato uno sperpero di denaro pubblico, basti pensare al personale impegnato questa sera per lo svolgimento del consiglio comunale, ai gettoni di presenza dei consiglieri" - ha sottolineato Gibelli "Più volte avete ripetuto di essere collaborativi nell’esercizio delle vostre funzioni di minoranza. Credo che il comportamento tenuto sia bel lontano dall’invocato spirito di collaborazione ma si inquadri perfettamente in un’ottica ostruzionistica. Su questo punto, mi sento in dovere di ammettere l’errore di avervi dato fiducia, di pensare che si potesse in qualche modo collaborare. Voi non sapete cosa sia il fair play, perché vi piace essere fallosi, avete solo aspettato l'occasione giusta per far inciampare l'Amministrazione. Ne prendiamo atto".

"In una dichiarazione resa alla stampa il consigliere Morabito afferma che 'il nostro gruppo consiliare aveva già contestato le modalità di convocazione del consiglio comunale: la conferenza dei capigruppo che deve decidere la data e gli ordini del consiglio stesso è stata indetta successivamente alla convocazione del consiglio'. E' una dichiarazione falsa" - ha dichiarato Gibelli - "Ricordo a tutti i consiglieri comunali che è stata effettuata regolare convocazione della conferenza dei capigruppo per il giorno 11 ottobre 2024, trasmessa via PEC, alla quale proprio il consigliere Morabito non ha partecipato. Quindi, la conferenza dei capigruppo è stata indetta prima della convocazione del consiglio comunale effettuata il 15 ottobre 2024. Per mero spirito collaborativo e, quindi, consentire la partecipazione della minoranza abbiamo riconvocato la riunione il 18 ottobre ed è chiaro che a questo punto è avvenuta dopo la convocazione del consiglio comunale che dovevamo fare perché dovevamo trattare gli atti che portiamo questa sera. Non potete intralciare l'azione amministrativa che deve svolgersi con regolarità. Invece di fare qualcosa per il bene del paese vi divertite a fare delle azioni così. Mi sorprende negativamente e mi dispiace, soprattutto a pochi mesi dalle elezioni".

"Tirando le somme di tutto il mio ragionamento, emerge senza dubbio che ci sono valori che ci distinguono nettamente. Mi basti dire che non conoscete la lealtà, il rispetto e l’onestà intellettuale" - ha affermato Gibelli - "Avete sicuramente altri valori come punti di riferimento che rispecchiano sicuramente il vostro modo di fare politica che sono ben lontani dal nostro modo".

Parole forti che hanno scatenato una discussione accesa con i consiglieri di minoranza. "In consiglio comunale il sindaco ha urlato contro il consigliere Bertaina. Una volta gli ha detto 'stai zitto che parlo io'. Sarebbe meglio, quindi, che il rispetto iniziasse dal sindaco" - ha detto il consigliere comunale di minoranza Maurizio Morabito replicando al discorso iniziale del primo cittadino - "Quando ho chiesto se c'era il numero legale. Un consigliere ha detto 'sì, siamo in sette'. Non siamo venuti qua per essere presi in giro. Io mi aspettavo che il sindaco prendesse la parola e dicesse 'ci sono dei problemi, alla fine non siamo in sette' e, visto il disguido chiedesse 'possiamo andare avanti?'. Allora avremo collaborato. Siete voi che ci avete portato a fare questa azione. Il sindaco non si deve più permettere di gridare se vuole rispetto. La Pec ha avuto dei problemi, perciò non l'ho ricevuta perché era bloccata. Non siamo venuti qua per avere lezioni o per prendere insulti dal sindaco. Non permetto più che un mio consigliere comunale venga insultato in consiglio comunale".

"Ho detto sette in buona fede" - ha dichiarato il consigliere comunale di maggioranza Cristiana Celi riferendosi a Morabito - "Siccome il segretario comunale ha dato di fare l'appello, io erroneamente facendo un conto mentale ho detto sette per poi accorgermi un attimo dopo che erano sei. Ci stavo ragionando nel momento in cui poi lei ha preso la parola. Non era una cosa fatta per prendere in giro  nessuno. Il fantomatico problema della Pec non ci riguarda, visto che nel momento in cui viene consegnata, per legge, è consegnata. Se uno la legge oppure no, è convocato. Altrimenti, se ci fossero stati problemi, sarebbe tornata indietro dicendo che non è stata consegnata".

"Ho fatto una comunicazione via Pec ai primi di agosto e il segretario mi ha detto 'io ti ho risposto' ma non ho mai ricevuto la risposta" - ha aggiunto il consigliere comunale di minoranza Marco Bertaina - "Il sindaco ha fatto un bellissimo intervento strappalacrime. Gli è sempre stata riconosciuta questa capacità di trattare essendo vittima delle cose ma, in realtà, le vittime siamo noi. La nostra azione era in riferimento alle altre pratiche, non era una mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri che subentrano. E' stato contestato il primo consiglio a cui non abbiamo partecipato per protesta e specificheremo a quattr'occhi e faremo vedere i motivi del perché non abbiamo partecipato. Poi abbiamo iniziato a partecipare in maniera proficua. Tanto è vero che in una pratica importante in maniera eccessiva forse ho usufruito troppo spazio a me concesso per illustrare le segnalazioni e le modifiche da fare. La cosa che ci ha irrigidito è il fatto che l'amministrazione ha ritenuto urgente variare l'articolo 34 che regolava il tempo a disposizione dei consiglieri. Mi ha dato fastidio che la commissione che dovevo convocare io sia stata convocata e ho ricevuto una chiamata per sollecitarmi a firmare la commissione già predisposta. Per tre mesi non abbiamo fatto articoli nei confronti di nessuno ed è la dimostrazione che la collaborazione c'era. Rigetto le parole offensive nei miei riguardi. E' la maggioranza che deve garantire il numero legale".

"Abbiamo fatto l'appello, ci si è resi conto che mancava il numero legale, la minoranza si è alzata dicendo 'allora a questo punto ce ne andiamo'. Questo è quello che è successo" - ha ribadito il sindaco Davide Gibelli - "A quel punto lì, per me, la decisione era già stata presa da parte della minoranza e così ho usato dei toni che, però, non erano insulti legati al singolo soggetto, era una valutazione a carattere politico sull'atteggiamento e comportamento della minoranza. Era riferito all'azione collegiale del gruppo consiliare".