La musica d'autore, un atto di rivoluzione. Durante la prima serata del 50° Premio Tenco, sul palco dell'Ariston di Sanremo si sono levati messaggi forti e chiari contro la guerra e a favore dell'accoglienza e della solidarietà nei confronti dell'immigrazione. L'iniziativa è stata promossa per primo da Fausto Pellegrini, giornalista di Rai News, e ha trovato immediato sostegno tra gli artisti presenti, che hanno voluto utilizzare la propria musica come strumento per diffondere un messaggio di pace e inclusione. Un gesto che ha richiamato alla memoria il 1981, quando fu proprio l'inventore del Premio Tenco, Amilcare Rambaldi, a farsi portavoce di tali ideali.
Tra i protagonisti della serata, Diodato e Setak hanno dato voce a questi temi attraverso le loro performance, toccando il pubblico con le canzoni Atto di rivoluzione e Curre Curre. Diodato, parlando del suo brano, ha dichiarato: "Ognuno di noi si sta chiedendo cosa può fare in questo momento drammatico. Io ho provato a dare una risposta, e credo che la musica, come grande amplificatore di emozioni, possa essere un atto di rivoluzione capace di cambiare le cose. L'ho vissuto nella mia terra e dentro di me". Parole che hanno sottolineato il potenziale trasformativo della musica, capace di smuovere le coscienze e di chiamare all'azione in un periodo segnato da conflitti e tensioni globali.
Anche Setak, con la sua Curre Curre, ha affrontato il tema dell'immigrazione, raccontando le storie di chi è costretto a fuggire dalla propria terra in cerca di speranza e di un futuro migliore. La canzone, cantata in dialetto abruzzese, ha evidenziato l'urgenza di una maggiore empatia e comprensione verso coloro che affrontano viaggi drammatici per sfuggire a guerre, persecuzioni e povertà.
L'unione tra musica e impegno sociale ha reso la serata ancora più significativa, trasformando il Premio Tenco in un palcoscenico di riflessione collettiva e sensibilizzazione e ricordando ancora una volta quanto la musica, in questo caso quella d'autore, possa essere davvero uno strumento in grado di abbattere muri e distanze. Attraverso le loro esibizioni, gli artisti hanno infatti ribadito che l'arte non è solo espressione, ma anche uno strumento potente per diffondere messaggi di pace, solidarietà e giustizia sociale. Proprio come nel 1981, anche nella serata di ieri, la prima di questo cinquantenario, il palco dell'Ariston ha preso una posizione chiara e non indifferente.