Questo pomeriggio il Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo ha ospitato un evento di grande rilevanza dedicato alla cultura della legalità, con protagonista il colonnello Sergio De Caprio, meglio conosciuto come "Capitano Ultimo". L'incontro, organizzato in collaborazione con l’associazione Unuci (Associazione Nazionale Ufficiali in Congedo) nell’ambito del ciclo “La cultura della legalità” e inserito nei Martedì Letterari curati da Marzia Taruffi, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento.
Durante l’evento, il colonnello De Caprio ha ripercorso la sua vita da carabiniere e le principali operazioni che lo hanno visto protagonista nella lotta alla mafia, ‘ndrangheta e camorra, nonché nel contrasto alla corruzione all'interno delle istituzioni. “Mi chiamo Ultimo perché sono cresciuto in un mondo dove tutti volevano essere primi. Ho un solo talento: organizzare la lotta e scegliere gli uomini. I miei sono stati il miglior gruppo investigativo,” ha raccontato De Caprio, riferendosi alla squadra che lo affiancò durante le operazioni contro la criminalità organizzata.
L’incontro ha offerto uno sguardo privilegiato sulla vera storia dell’uomo che, il 15 gennaio 1993, catturò il boss mafioso Totò Riina, un’azione che segnò una tappa fondamentale nella lotta contro Cosa Nostra. Tuttavia, la vita di De Caprio è stata segnata non solo dal successo, ma anche da difficoltà e momenti di isolamento: “La vera storia dell'uomo che ha catturato Totò Riina, combattuto la 'ndrangheta, la camorra e la corruzione per ritrovarsi alla fine messo all'angolo, isolato e attaccato dalle alte gerarchie e dalla politica. Ma lui non ha mai mollato.”
De Caprio ha raccontato con grande lucidità e sincerità le numerose sfide affrontate durante la sua carriera, rivelando dettagli su come si sia trovato a fronteggiare non solo i criminali, ma anche le istituzioni stesse: “Ultimo è l'investigatore così bravo e veloce da non essere controllabile. Il soldato idealista che non guarda in faccia il potere. L'irregolare che per le gerarchie militari e della politica va domato.” Le vicende umane e giudiziarie di cui è stato protagonista, come l’inchiesta “Trattativa Stato-mafia”, lo hanno messo più volte sotto accusa e bersaglio di sospetti, ma nonostante tutto, De Caprio ha continuato il suo impegno con dedizione.
Tra gli episodi narrati, anche l’istituzione del Crimor, un’unità speciale dei Carabinieri creata da lui stesso, che fu operativa a Palermo dal 1992 al 1997. “I miei cento investigatori invisibili, come Vichingo, Arciere, Omar, Petalo, Pirata, Alchimista, mi hanno affiancato in lunghi appostamenti, intercettazioni fiume e notti insonni, indagando instancabilmente su mafia, 'ndrangheta e corruzione,” ha ricordato De Caprio, rendendo omaggio a quegli uomini che lo seguirono nell’operazione che portò all’arresto di Totò Riina, denominata "Operazione Belva".
Dopo una carriera segnata da successi e difficoltà, Capitano Ultimo ha fondato la casa famiglia “Volontari Capitano Ultimo” a Roma, un luogo dove porta avanti progetti di solidarietà rivolti ai più deboli e alle persone in difficoltà. Un esempio di come la sua dedizione allo Stato e alla comunità non si sia mai fermata.
Il 6 aprile 2024, in un gesto simbolico, Sergio De Caprio ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee, mostrando per la prima volta il volto e togliendo la mascherina che per oltre trent'anni ha nascosto la sua identità durante le apparizioni pubbliche. Al termine dell’incontro, il colonnello ha salutato il pubblico con un messaggio di incoraggiamento: “Non bisogna mai smettere di lottare per ciò in cui si crede. La giustizia e la legalità non sono solo parole, ma un impegno quotidiano. Non sono un eroe, sono semplicemente Ultimo.”