Attualità - 08 ottobre 2024, 07:48

Cyberbullismo, internet challenge e gioco d’azzardo: il lato oscuro dei social spiegato dal dottor Marco Mollica di Asl 1

"L’uso del cellulare può diventare pervasivo e condizionare pesantemente la qualità di vita dei ragazzi”, dice il direttore del Dipartimento integrato di salute mentale e dipendenze

Cyberbullismo, internet challenge e gioco d’azzardo patologico sono tra le conseguenze più dannose di un uso non consapevole dei social. Le dipendenze dai social network, soprattutto tra i più giovani, assumono le caratteristiche delle dipendenze tradizionali: “I social rappresentano sicuramente uno strumento di ausilio nella comunicazione, ma costituiscono anche un fattore di rischio per lo sviluppo di una vera e propria psicopatologia -spiega il dottor Marco Mollica, direttore del Dipartimento integrato di salute mentale e dipendenze dell’Asl1 -L’uso del cellulare diventa in alcuni casi pervasivo e può condizionare pesantemente la qualità di vita dei ragazzi”.

Tra le tendenze più pericolose il cyberbullismo: “Si tratta dell’utilizzo del cellulare per commettere atti violenti, come la diffusione online di immagini, frasi o vocali che umiliano o deprimono uno o più ragazzi. Un fenomeno sempre più diffuso e che costituisce un reato anche se avviene tra minori”, ricorda Mollica.

Altre tendenze patologiche rischiose sono le internet challenge: “Una sfida, attraverso i canali digitali, ad assumere comportamenti a rischio. Perde chi resta sconfitto sul campo”. Le più frequenti prevedono l’abuso di alcol e droghe, ma anche rapporti sessuali non protetti con sconosciuti: “Perde chi rimane incinta o contrae l’Aids”. Ma tra le declinazioni delle challenge anche la promozione di condotte che costituiscono un incentivo allo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare. Infine, i social vengono anche utilizzati per il gioco d’azzardo (g.a.p): “Ossia, tutto ciò che porta i ragazzi a scommettere e perdere soldi, tempo e qualità di vita”.

Le conseguenze sulla vita dei ragazzi sono notevoli, si tratta di condotte che condizionano la qualità di vita, con effetti sul contesto sociale, relazionale, scolastico o lavorativo: “Una delle conseguenze è lo sviluppo di disturbi del sonno, con immaginabili ripercussioni sulla propria qualità di vita”, sottolinea Mollica.

Sono necessarie misure di prevenzione, un’educazione all’utilizzo consapevole del digitale che deve essere promossa in famiglia e a scuola: “Il primo passo è chiedere aiuto rivolgendosi alle agenzie primarie di prevenzione, il Serd o la struttura ambulatoriale del MeLab nata in seno all’Asl1”. Il MeLab, è il centro di promozione della salute e della psicologia clinica digitale, con sede ad Arma di Taggia, è rivolto ai giovani di età compresa tra i 13 e i 25 anni e svolge attività preventive rivolte alle scuole e cliniche per utenti selezionati.

Sara Balestra