Fuori Giovanna Negro, dentro Desirée Negri. E' il Tar a ridisegnare la composizione del Consiglio comunale di Sanremo dopo le Amministrative del giugno scorso, con una staffetta forzata abbastanza clamorosa all'interno del gruppo di Anima, diretto riferimento del sindaco Alessandro Mager nell'eterogenea maggioranza civico-progressista.
Negri può, infatti, gioire per l'accoglimento del ricorso basato sull'impugnazione del verbale di proclamazione degli eletti, nella parte in cui le venivano attribuite 138 preferenze mentre le risultavano di più (sul sito del Comune ne erano indicate 147). In particolare, i giudici amministrativi hanno riconosciuto la fondatezza di un errore relativo alla sezione elettorale n° 17: nella tabella di scrutinio sono state attribuite 3 preferenze alla ricorrente e nessuna alla Negro, mentre nel verbale trasmesso all’Ufficio elettorale circoscrizionale il dato è stato ribaltato.
E quei 3 voti fanno la differenza, dopo il gioco delle dimissioni degli eletti di Anima diventati assessori (Alessandro Sindoni, Ester Moscato e "Chicca" Dedali), in quanto la surroga è avvenuta pescando fra i primi dei non eletti, fra i quali si è registrata una rinuncia. Che ha permesso a Giovanna Negro, già consigliere di maggioranza nel primo mandato del sindaco Alberto Biancheri, di rimettere piede a Palazzo Bellevue sulla base di quelle preferenze in più, erroneamente attribuitele (probabilmente a causa della forte similutidine dei due cognomi) rispetto a Desirée Negri.
Oggi il Tar dà ragione a quest'ultima, peraltro referente provinciale di Azione e candidata al Consiglio regionale nella coalizione di centrosinistra guidata dall'ex ministro Andrea Orlando, stabilendo quindi la correzione dei risultati elettorali e la conseguente "proclamazione dell’elezione della ricorrente alla carica di consigliere comunale del Comune di Sanremo". Non solo: il Comune stesso, contro cui era rivolto il ricorso (assieme alla Prefettura, per la quale è stato però rilevato il "difetto di legittimazione passiva, non essendo prescritta la notifica..."), è condannato a rifondere alla Negri le spese di lite, liquidate in 1500 euro. Compensate, invece, le spese tra le altre parti costituite, compresa la Negro.