Vittorio Bertellotti, storico personaggio del mondo sportivo sanremese, ha voluto condividere un ricordo personale legato a Lea Pericoli, celebre tennista italiana degli anni '60 e '70 e venuta a mancare nella giornata di oggi, venerdì 4 ottobre, durante un incontro avvenuto nel 1966 a Sanremo. In un commosso racconto, Bertellotti ha descritto quell'incontro casuale nella piccola palestra sotterranea della scuola Pascoli, un ambiente piuttosto modesto, ben lontano dalle strutture sportive a cui la Pericoli era abituata.
“Era il 1966 quando incontrai Lea Pericoli in una palestra sotterranea della Pascoli, un luogo inospitale sotto la pretura. Non so chi le avesse suggerito di allenarsi proprio lì, ma decise comunque di fare una seduta di preparazione ginnica. Aveva circa 30 o 31 anni (non glielo chiesi mai), era una bella ragazza dall’aspetto atletico e determinato. Indossava una tuta e andò subito nel parco a correre. Tornò e si mise ad allenarsi intensamente con la spalliera, sia in piedi che a terra, mantenendo un ritmo davvero impressionante. Alla fine si coprì le spalle con un asciugamano, salutò tutti e se ne andò.”
Bertellotti racconta che solo in seguito i presenti capirono chi fosse davvero quella giovane donna dalla straordinaria energia: Lea Pericoli, una delle prime grandi protagoniste del tennis femminile italiano, pioniera e simbolo di eleganza e grinta sui campi da gioco. "Ricordo che era fine maggio-inizio giugno. Le scuole erano finite da poco e io mi trovavo in palestra con i ragazzi dell'atletica. All'improvvisò arrivò e ci chiese se poteva allenarsi in palestra. Ovviamente accettammo e dividemmo gli spazi insieme a lei. Io non le chiesi nulla, solo dopo scoprii che si trattasse di Lea Pericoli. Ricordo che aveva fatto degli esercizi alla spalliera, poi un po' di corsa e altri esercizi. Nel frattempo noi abbiamo fatto il nostro solito allenamento. Un bel ricordo".
L’aneddoto rievoca un’epoca in cui le atlete come la Pericoli affrontavano non solo le avversarie sui campi, ma anche i limiti strutturali e culturali del tempo, dimostrando carattere e passione. Oggi, la Sanremo sportiva la ricorda con ammirazione e affetto, celebrando la sua figura che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dello sport italiano.