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Sanità | 02 ottobre 2024, 16:57

Una lettrice: "Voglio parlare di buona sanità e ringraziare medici, infermieri e oss degli ospedali di Sanremo e Imperia"

“In barba agli ulteriori ed ennesimi tagli alla sanità, sommati alla proverbiale ‘ruvidità’ di carattere dei liguri"

Una lettrice: "Voglio parlare di buona sanità e ringraziare medici, infermieri e oss degli ospedali di Sanremo e Imperia"

Una nostra lettrice, Erminia Mancuso, ci ha scritto per evidenziare le qualità degli ospedali di Sanremo e Imperia:

“In barba agli ulteriori ed ennesimi tagli alla sanità, sommati alla proverbiale ‘ruvidità’ di carattere dei liguri, questa non sarà la solita storia di ‘mala sanità’. Ma cominciamo dall'inizio: ad agosto del 2022 mi venne diagnosticato un tumore al rene e, vivendo ad Andora, l'urologo mi propose un intervento in laparoscopia robotica nell'Ospedale di Imperia (essendo il più vicino e quindi più comodo per me) usufruendo dell'equipe dell'Ospedale Galliera di Genova. Venni operata vicino casa e questo fu un grande supporto, cominciò allora il mio iter con il reparto di oncologia e di radiologia per il follow up che fu ed è tutt'ora di tac e risonanze magnetiche”.

“Vorrei parlarvi del personale del reparto di radiologia – prosegue - che si prodiga anche nel fine settimana, per non ritardare gli accertamenti di noi malati, la gentilezza di medici, infermieri e tecnici è veramente un raggio di sole in una giornata grigia, laddove il sistema fa acqua ci sono loro. In questa mia avventura mi sono trovata anche ad avere metastasi polmonari e mi sono rapportata con il reparto di pneumologia ed anche in questo reparto sono stata seguita, (sia prima sia dopo la riunione multidisciplinare che mi portò ad essere sottoposta ad un intervento nel reparto di chirurgia toracica dell'Ospedale San Martino di Genova), da un personale che sarebbe auspicabile in ogni struttura sanitaria. In ultimo ma, non per importanza vorrei parlare del reparto di Day Hospital di Sanremo perché se c'è un esempio di ‘persone fragili’ è quello il luogo in cui ci potete trovare, persone smarrite, spaventate da cosa potrebbe accadere da un momento all'altro, persone che hanno spesso smarrito la propria fisicità, persone ingrassate di molti chili, persone magre come solo nelle fotografie dei campi di concentramento eravamo abituati a vedere, persone che hanno perso capelli e sopracciglia, esseri umani che non riescono a riconoscersi davanti ad uno specchio ma, più che altro che non vengono più riconosciute se incontrate per strada, persone che sono stanche di ripetere a tutti la stessa storia, la propria storia che diviene quella di una malattia e non più la propria storia, perché ahimè si diventa per gli altri la malattia con cui si combatte, e credetemi non è sempre facile, il più delle volte si ha l'impressione di essere come il Titano Atlante e di reggere il peso della volta celeste sulle proprie spalle. Ecco, nel reparto di Day Hospital oncologico il personale ti sorregge, ti accompagna, ti coccola in un certo senso, ed ora vi faccio un esempio, vi viene tolta l'incombenza di prenotare visite ed analisi, ci pensano loro, non parlo solo in merito a malattie oncologiche ma, anche per qualsiasi altra patologia uno sia affetto o si teme che lo possa essere. Le infermiere che di fatto stanno ore con noi, per somministrarci le terapie, sono sempre gentili e sorridenti tanto da farci sentire come in famiglia, una famiglia di sostegno, una famiglia di conforto”.

“Che dire delle volontarie – termina Erminia - che a metà mattina passano ad offrire a noi pazienti ed ai nostri accompagnatori in sala d'attesa, dei generi di conforto. Penserete che sia scontato ed invece non lo è, purtroppo, dato che ci si confronta con altre persone malate che sono seguite in altre strutture ed una cosa che mi ha sconvolto è sapere che in altri Day Hospital oncologici non diano il pranzo ai malati che sono a fare terapia. Vorrei manifestare la mia gratitudine perché quel che questo personale fa per noi va ben oltre lo stipendio percepito, riescono a supplire alle carenze della sanità pubblica mettendoci del loro, mettendoci l'anima e per questo vi ringrazio pubblicamente”.

Carlo Alessi

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