Attualità - 01 ottobre 2024, 07:11

Ventimiglia, incendio al mercato coperto: i coltivatori diretti si spostano in via Aprosio (Foto)

"A tempo record siamo riusciti a soddisfare la richiesta", dice il vicesindaco Agosta

A un mese dall'incendio, divampato lo scorso primo settembre, rimane chiuso il mercato coperto a Ventimiglia per consentire i lavori urgenti di messa in sicurezza ma, da oggi, i coltivatori diretti potranno vendere i loro prodotti in via Aprosio.

Lo ha stabilito, ieri sera, la Giunta con una delibera. "Abbiamo accolto l'istanza dei coltivatori diretti" - commenta il vicesindaco e assessore con le deleghe al Commercio, Protezione Civile, Servizi sociali e socio-sanitari, Scuola e servizi scolastici e Politiche abitative Marco Agosta - "La richiesta è stata protocollata il 25 settembre scorso. Il 26 settembre abbiamo fatto un sopralluogo con la polizia locale e il funzionario del commercio, abbiamo sentito anche le categorie, che sono favorevoli, e ora con una delibera di Giunta del 30 settembre si stabilisce la messa in posa di tutto affinché dal 1° ottobre i coltivatori possano stare in via Aprosio per l'intera settimana. Sospenderemo poi il mercatino del brocante per dare spazio ai commercianti che hanno bisogno di lavorare".

Una ventina di operatori potranno finalmente riprendere la loro attività. "In tempo record siamo riusciti a soddisfare la richiesta dei coltivatori diretti" - fa sapere Agosta - "Il 27 settembre è arrivata una nota. Per gli altri operatori del mercato stiamo valutando possibili soluzioni. Sono favorevole al commercio e sono dalla parte dei commercianti, perciò, sono disponibile a valutare e accogliere ulteriori istanze che arriveranno. Naturalmente la pescheria o chi vende prodotti come salumi e formaggi faranno più fatica rispetto ad altri, come i box di frutta e verdura, ma sono a disposizione per trovare soluzioni che permettano di far lavorare tutti. E' dall'inizio che lo dico".

L'Amministrazione Di Muro, intanto, è al lavoro per garantire alternative anche per gli altri operatori. "Avevo già pensato a soluzioni alternative, come il piano B ma, alla fine, nessuno voleva andare all'ex Gil" - dice Agosta - "I coltivatori diretti hanno poi cambiato idea e in poco tempo siamo riusciti a soddisfarla perché, comunque, mi ero già portato avanti con il progetto, che era pronto. Intanto iniziamo a far lavorare la gente e a non perdere l'indotto. In questo modo aiutiamo le famiglie che ora sono in difficoltà".