"La Sanità in Liguria consuma il 78% del budget della Regione, 4.23 miliardi nel 2023; e non è in buona salute per motivi nazionali, regionali, e provinciali. Per i candidati alle prossime elezioni Regionali sarà dunque una sfida elaborare un programma che traduca sempre più questa ingente spesa pubblica in vero servizio ai cittadini. Ma per i coraggiosi le sfide sono opportunità. Da medico con lunga esperienza nelle cure dei pazienti cronici, mi permetto di dire che oggi una opportunità imperdibile è far fare un salto qualitativo all’assistenza territoriale servendosi delle Case della Comunità (CdC) finanziate dal PNRR. Ma i progetti delle CdC sono in ritardo (Corte dei Conti, Giudizio di Parificazione Esercizio 2023 della Regione Liguria, 18 Luglio 2024), i tempi del PNRR sono stretti, e rendere le CdC funzionanti richiederà molti passi. Serve perciò un preciso impegno programmatico con alta priorità". Ad intervenire sull'argomento è Mara Lorenzi, già consigliere comunale di Bordighera.
"Tutti noi, per qualsiasi bisogno di salute - continua Lorenzi - desideriamo poter parlare/vedere/essere valutati al più presto da una persona competente. Oggi in Liguria l’accesso al sistema sanitario nazionale è troppo spesso limitato con almeno 3 conseguenze: ricerca inappropriata del Pronto Soccorso, l’unico servizio che ha sempre le porte aperte; spese per accedere a cure private e fughe fuori Regione in aumento; e ritardi di diagnosi e cura per chi non può affrontare costi o trasferte. Tutte conseguenze da arginare. Le Case della Comunità sono il cardine della risposta a questo desiderio e diritto di accesso. Secondo il Decreto Ministeriale 77/2022 che le regolamenta e le Linee per l’Attuazione elaborate da AGE.NA.S, le CdC 'hub' saranno luoghi fisici di prossimità dove il cittadino troverà presenza medica h24, 7 giorni su 7; medici di medicina generale e pediatri che lavorano in équipe con specialisti, infermieri, assistenti sociali, e altri professionisti della salute; possibilità di eseguire esami strumentali quali EKG, ecografie, spirometria, etc; e coordinamento con i servizi di cure domiciliari e di assistenza sociale. Le CdC 'spoke' che si irradiano dalle hub avranno dotazioni più limitate ma sempre trasformative rispetto alla situazione attuale, quali presenza medica e infermieristica h12, 6 giorni su 7. Ci si recherà ad una CdC per bisogni di salute di minore criticità, per regolari controlli o valutazione di nuovi sintomi se si hanno patologie croniche, e per accedere ai vari servizi socio-sanitari".
"Le CdC non sono utopia. Prendono a modello e potenziano le Case della Salute che in Emilia Romagna e Toscana funzionano da più di un decennio con benefici documentati quali riduzioni del 25,7 % degli accessi al Pronto Soccorso e del 4,5% dei ricoveri ospedalieri, aumento del 9.5% dell’assistenza domiciliare, e 96% di soddisfazione dell’utenza (Agenzia Sanitaria e Sociale dell’Emilia Romagna, risultati per il decennio 2009-2019). Emilia Romagna e Toscana ora “partono correndo” nel realizzare le CdC, perchè hanno ampie e solide fondamenta su cui inserire i potenziamenti. Invece la Regione Liguria è indietro da tempo sulla sanità territoriale. Ma ha accettato dal PNRR più di 44 milioni di Euro per realizzare 32 CdC, e ora è necessario accelerare. Mentre gli edifici vengono completati, occorre prevedere il fabbisogno di personale e pianificare le procedure. In considerazione della carenza di medici e infermieri, c’è il timore che si cerchino scorciatoie per chiamare Case della Comunità versioni minimaliste che creerebbero solo posizioni burocratiche invece che servizi. Questo è da evitare. Il successo delle Regioni virtuose è un chiaro segnale che offrendo ai professionisti strutture funzionali, lavoro di équipe, e procedure efficienti si riesce a reclutare progressivamente nel tempo il personale necessario (Agenzia Sanitaria e Sociale Emilia Romagna, ARS Toscana 2023)".
"Da bravi liguri - termina Mara Lorenzi - non dimentichiamo che il 62% delle somme ricevute dal PNRR sono prestiti da restituire con gli interessi. Su 44 milioni ricevuti dal PNRR per le CdC in Liguria ci saranno dunque più di 27 milioni da restituire; e non potremo accettare di dover saldare o tramandare tale debito senza aver ricevuto i benefici per cui era inteso".