Colpo di scena nell’inchiesta per i casi di corruzione in Liguria che hanno portato all’arresto dell’ormai ex presidente della Regione Giovanni Toti, dell’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini e dell’imprenditore marittimo Aldo Spinelli.
Toti, infatti, ha chiesto di patteggiare per i reati di corruzione e finanziamento illecito. La proposta per l’ex governatore e quella di due anni e un mese da sostituire con mille e cinquecento ore di lavori di pubblica utilità.
In caso di decisione favorevole da parte del Gip, visto il via libera alla proposta di patteggiamento arrivata dalla procura di Genova, Toti avrà un'interdizione temporanea dai pubblici uffici e 84mila e cento euro di confisca.
Visto l’accordo tra le parti, appare scontato il parere positivo da parte del giudice per le indagini preliminari.
Verso il patteggiamento anche per l’ex presidente del porto di Genova Signorini. Nel secondo filone d’inchiesta, Toti resta ancora indagato.
Dopo le dimissioni formali dalla carica di presidente, erano stati revocati gli arresti domiciliari.
“Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte“, ha commentato a caldo Toti. “Resta quel reato ‘di contesto’ definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti – prosegue – una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”.