"I dati in materia di infortuni sul lavoro in Liguria confermano la necessità di un intervento strutturato in materia di salute e sicurezza. Nel solo mese di luglio sono state oltre 1.500 le denunce: questo significa che ogni settimana circa 400 lavoratrici o lavoratori si sono infortunati. Questo dato al netto di chi, impiegato in forme di lavoro 'grigio o nero', non può far valere i propri diritti. E allora alla lotta per chiedere sicurezza sul lavoro bisogna aggiungere quella per renderlo più strutturato e stabile, conditio sine qua non, per poter superare le situazioni irregolari prive di formazione e diritti" - dice Fabio Marante, segretario regionale di Cgil Liguria.
"In tale senso la Cgil ha promosso, raccogliendo oltre 4 milioni di firme a livello nazionale, 4 referendum per mettere al centro il lavoro, per superare la precarietà e stagionalità, e per garantire la sicurezza a partire dagli appalti. Per poter garantire la prevenzione e il monitoraggio da parte degli istituti preposti, occorre un investimento deciso in termini di assunzioni nella macchina pubblica oggi clamorosamente sotto organico" - sottolinea - "A livello locale il sindacato si è mosso anche in altre direzioni ad esempio costruendo intese per arginare la precarietà da un lato e intervenire sulla sicurezza dall’altro".
"Grazie all’efficacia dell’azione sindacale, la Liguria è l'unica regione ad avere una norma ad hoc per la promozione della sicurezza in ambito autostradale. Una norma fortemente voluta dalle organizzazioni sindacali che introduce i rappresentanti della sicurezza di sito autostradale per coordinare la materia in un ambiente particolarmente pericoloso in cui operano lavoratori con diversi contratti" - afferma - "Spiace constatare che nonostante i proclami e, in un territorio ancora segnato dalla tragedia del ponte Morandi, oggi i rappresentanti non sono operativi e l'Osservatorio, strumento fondamentale per il monitoraggio e il flusso di informazioni rispetto agli appalti ed ai lavoratori impiegati non è mai stato costituito per l’assenza di volontà della Regione".
"Inoltre, la norma generale, il decreto legislativo 81 del 2008, consegna al coordinamento regionale, partecipato dalle parti sociali, istituzioni ed enti, alcune attribuzioni non solo di ordine tecnico ma anche politico per poter costruire assieme una cultura della sicurezza in grado di prevenire le criticità. Il coordinamento ligure, come abbiamo più volte denunciato, purtroppo non è stato convocato per molto tempo e solo successivamente è stato utilizzato solo ed esclusivamente per informare i progetti sulla base delle priorità individuate dalla Regione" - mette in risalto - "Registriamo inoltre che solo dopo una notevole pressione delle organizzazioni sindacali la Regione ha adottato il dispositivo sulle lavorazioni in presenza del gran caldo. Resta, inoltre, ancora incompiuta l'attivazione delle sperimentazioni per l'introduzione degli Rls di sito nelle realtà relative ai grandi appalti e grandi lavori".
"Per concludere, siamo certi che solo attraverso una reale condivisione della cultura della sicurezza a partire da chi ha le responsabilità per legge è possibile invertire i dati, salvare vite umane e qualificare il lavoro e la dignità di chi lo svolge e la richiesta è che la prossima giunta regionale, al contrario della passata, vada dalle parole ai fatti" - conclude.