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Politica | 01 settembre 2024, 17:28

Sanremo, il Partito Radicale in visita al carcere di Valle Armea: "Servono progetti per il lavoro e un garante comunale"

"La giunta Biancheri ci aveva lavorato nello scorso ciclo amministrativo, il Sindaco Mager ha ora l’opportunità di completare il lavoro approvando in tempi brevi la delibera per istituirlo"

Sanremo, il Partito Radicale in visita al carcere di Valle Armea: "Servono progetti per il lavoro e un garante comunale"

Una delegazione del Partito Radicale, composta da Stefano Petrella e Claudia Bornico, mercoledì 28 agosto ha visitato la Casa Circondariale di Sanremo a conclusione del giro avviato nelle scorse settimane che ha toccato La Spezia, Marassi, Pontedecimo, Imperia e Chiavari. I due esponenti politici sono stati ricevuti e accompagnati nel giro dalla Direttrice Maria Cristina Marrè e dalle educatrici Giuseppina Palumbo e Stefania Brucoli. 

Spiega Stefano Petrella, membro del consiglio generale del Partito Radicale: “265 i detenuti presenti (su 223 posti di capienza), sempre carente l’organico della penitenziaria in particolare nei ruoli di ispettori e sovrintendenti (ma su questo pesano molto la scarsa disponibilità a venire a lavorare qui e le frequenti richieste di trasferimento); per quanto riguarda l’area pedagogica sono tornate a essere 5 (sulle 5 previste) le educatrici, è presente un mediatore culturale e una mediatrice linguistica, a cui a breve se ne aggiungerà un altro, 5 gli psicologi (di alcuni la presenza è però garantita solo fino a dicembre), lo psichiatra fa ingresso in istituto tre volte a settimana, la copertura medica h 24 è garantita.

Non ci vengono forniti dati troppo precisi sulla popolazione detenuta, ma gli stranieri superano il 60% (e nella precedente visita erano vicini al 70), circa 200 tra i presenti sono definitivi o hanno almeno una condanna già definitiva, ben scarse però le opportunità di lavoro di cui possono fruire, in pratica i soli 4 posti (ora aumentati a 5) della Coop Art. 27 che produce finestre e serramenti; 6 i semiliberi e 2 gli art. 21 (lavoro esterno) che lavorano alla manutenzione del fabbricato del carcere. Migliori i dati sulla scuola con una ventina di iscritti all’istituto turistico alberghiero (2 i diplomati) e 6 detenuti iscritti al Polo Universitario, sono stati tenuti con profitto corsi professionali per muratore edile e altre iniziative.

Il dato sul sovraffollamento facendo il giro delle sezioni sembra maggiore di quanto dichiarato, le celle da 2 ospitano spesso 3 detenuti, in quelle da 4 ce ne sono anche 5 o 6, ma le suppellettili (armadietti fatiscenti) sono per soli 4, le tre sezioni principali sono tutte a regime chiuso (20 ore al giorno in cella), il Padiglione C dei protetti (2 piani detentivi che ospitano una quarantina di detenuti) ha visto qualche lavoro di ristrutturazione e gli sciacquoni (erano rotti in tutte le celle da anni) adesso funzionano, la qualità dell’acqua è migliorata (un anno fa usciva color ruggine dai rubinetti in tutto il carcere), in compenso anche lì si è passati dal regime aperto da mattina alla chiusura per 20 ore al giorno, meglio sarebbe tornare alla situazione precedente accompagnata però da attività come avviene altrove, la sorveglianza (assai carente nel recente passato) è affidata ad un agente che si alterna ai due piani, i detenuti lamentano che non sia una presenza costante.

L’emergenza caldo non viene affrontata in maniera adeguata  e i ventilatori elettrici di cui ci era stata annunciata la disponibilità non li abbiamo trovati in nessuna cella e infatti dal modello 72 del preziario non risultano a vendita, le correnti d’aria alimentati dalle finestre nei corridoi ne mitigano l’effetto, ma la chiusura nelle celle lo amplifica.

L’isolamento è stato spostato nella precedente sezione nuovi giunti, un luogo angusto e squallido con celle piccole e arroventate, qui non c’è nemmeno la possibilità della corrente d’aria perchè le finestre sono poche, ci stanno 5 detenuti nessuno dei quali per ragioni disciplinari e stanno in cella 24 ore perchè il cortile è un cubo di cemento poco più grande della cella con una fitta rete in alto e (come abbiamo constatato) ci fa più caldo che in cella; almeno qui (ma d’altra parte in tutto il carcere) i ventilatori avrebbero potuto trovare spazio, ma non è stato così.

Il giro si interrompe prima di poter visitare la sezione a trattamento intensificato (l’unica a regime aperto), e quella ex art. 32 e dei nuovi giunti, perchè una rissa di non grave entità negli spazi comuni rende impossibile il passaggio, la stessa cosa era accaduta in una precedente occasione e sono eventi assai frequenti.

Il carcere è dominato da una serie di micro conflittualità deleterie, con singoli detenuti che cercano di ottenere qualcosa (spesso l’ammissione al lavoro) con la prepotenza e i mezzi più sbagliati (i frequentissimi danneggiamenti e anche aggressioni), in altri casi si tratta di ricerca di attenzione per i propri problemi e la propria disperazione, che rischia quando non è colta di sfociare in atti ben più gravi.

Molti sono gli stranieri e gli italiani poveri che non hanno un posto dove andare e possibilità di ottenere misure alternative.

Una soluzione (l’unica che ci permettiamo di suggerire) sarebbe la maggiore possibilità di accesso al lavoro e a percorsi che permettano di costruire qualcosa per il proprio futuro a fine pena, che creerebbe l’opportunità di comportamenti migliori verso se stessi, gli operatori e gli altri detenuti. 

Sanremo è da anni l’immagine di un fallimento dovuto alla scelta di costruirlo lontano dalla città in località isolata, dispone di spazi interni ed esterni, ma non di attività lavorativa che permetta di sfruttarli, di recente si è aggiunta la crisi di Riviera Trasporti che ha soppresso le due uniche corse pomeridiane verso Valle Armea, in questo modo restano solo l’auto o il taxi (a 25 euro) per arrivarci.

Il rimedio è un maggior coinvolgimento delle realtà presenti sul territorio che possono portare progetti per il lavoro (anche esterno come sta accadendo a Genova) e uno strumento può essere l’istituzione di un Garante Comunale a Sanremo; la giunta Biancheri (e in particolare la Vice Sindaco Pireri) ci aveva lavorato nello scorso ciclo amministrativo, il Sindaco Mager ha ora l’opportunità di completare il lavoro approvando in tempi brevi la delibera per istituirlo. 

Occorre poi - vogliamo insistere su questo - ragionare attentamente sui criteri per realizzare nuovi istituti, il nuovo Carcere di Savona non può replicare l’esperienza infelice di Sanremo e se sarà realizzato deve trovare spazio in ambito urbano, l’ex-ministro e possibile candidato alle Regionali Orlando che con il PD ha fin qui proposto di realizzarlo in Valbormida (a 25 km dalla città) farebbe bene a ripensarci e a visitare più spesso Valle Armea, e come lui autorevoli esponenti del centrodestra che propongono soluzioni simili” conclude Petrella.

C.S.

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