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Cronaca | 26 agosto 2024, 08:29

Sanremo: detenuto ubriaco ed armato si rifiuta di rientrare in cella, nuovo allarme nel carcere di Valle Armea

Il detenuto, magrebino, aveva un'arma da taglio rudimentale ed ha creato scompiglio nella casa circondariale tra sabato sera e ieri mattina

Sanremo: detenuto ubriaco ed armato si rifiuta di rientrare in cella, nuovo allarme nel carcere di Valle Armea

Nella notte tra sabato e ieri, un detenuto di origine magrebina del carcere di Sanremo, ha creato scompiglio all’interno della casa circondariale, mentre si trovava in totale stato di ubriachezza e armato con una lama artigianale.

L’uomo si è rifiutato di rientrare in cella, restando praticamente tutta la notte in corridoio (con 50 detenuti presenti). La conferma arriva da Fabio Pagani, segretario della UilPa Penitenziaria. “Quanto accaduto – dice Pagani - se confermato secondo la ricostruzione che ci è pervenuta, evidenzia come il controllo delle carceri è in mano alla criminalità. Da tempo lo denunciamo a Sanremo e specialmente nella terza sezione di Valle Armea, dove in qualsiasi momento si possono portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dall’impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini della Penitenziaria.

Il detenuto, arrivano dalla Lombardia e noto anche per aver distrutto in carcere a Sanremo anche vetri e telecamere, è poi rientrato in cella alle 9 di ieri mattina (rimando fuori dalla cella per ben 12 ore). “Quanto sta accadendo – prosegue Pagani - è palesemente l’effetto dello stato di abbandono sostanziale in cui continuano a versare le carceri e i detenuti e a pagarne le spese, oltre a questi ultimi, è il Corpo di Polizia penitenziaria che sconta le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Ormai si va al lavoro e non si sa quando e come se ne uscirà. Turni interminabili, aggressioni (sono state oltre 2.000 dall’inizio dell’anno) rivolte, disordini e, quando va bene, un procedimento penale e uno disciplinare”.

“14.500 detenuti oltre i posti disponibili in tutta Italia – termina Pagani - 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, 66 suicidi fra i detenuti e 7 fra gli agenti nel solo 2024, richiedevano e richiedono misure straordinarie e ad effetto tangibile e immediato e non il placebo costituito dal decreto carceri. Ci auguriamo che il Governo nella sua interezza, ma soprattutto la Premier, Giorgia Meloni, vogliano prenderne compiutamente atto prima che il sistema tracolli definitivamente con   conseguenze inimmaginabili”.

Carlo Alessi

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