Politica - 26 agosto 2024, 12:11

Elezioni regionali, conto alla rovescia verso il grande annuncio: il campo largo mette le toppe, il centrodestra sceglie la strada del silenzio

Entro la fine della settimana entrambi gli schieramenti dovrebbero sciogliere le riserve sui rispettivi candidati alla presidenza. Possibile svolta tra il 30 e il 31

La sede di Regione Liguria in piazza De Ferrari a Genova

C’è chi dice che l’attesa sia un piacere e chi, invece, la ritiene un lento e sadico logorio.
Arrivati quasi al termine dell’agosto più caldo nella storia recente della politica ligure non è difficile azzardare di quale opinione sia Andrea Orlando, cotto a fuoco lento nella pentola di un ‘campo largo’ che ancora non ha sciolto le riserve, ma che lo ha mandato in giro in prima linea come se ormai fosse indiscutibilmente lui il candidato alla presidenza.
Ma non lo è. Manca quell’ufficialità che tarda ad arrivare per motivi sconosciuti ai più, una strategia che con il passare del tempo sembra aver spazientito lo stesso deputato ‘dem’ che più volte negli ultimi giorni ha ribadito un appello tanto semplice quanto inascoltato: “Fate presto”.

E intanto, in piena tradizione progressista, la strada verso il grande annuncio viene scandita dalle immancabili fratture interne con Italia Viva a recitare l’ingrata parte del fumo negli occhi per AVS e M5SFerruccio Sansa e Stefano Giordano non hanno fatto giri di parole nel dire il loro “no” al mondo renziano, reo di essere in maggioranza a Genova con Marco Bucci con tanto di apprezzamenti per l’operato del governo regionale guidato da Giovanni Toti.
A nulla sono valse le parole dello stesso Matteo Renzi e le indiscrezioni secondo cui l’assessore Mauro Avvenente e i consiglieri Arianna Viscogliosi e Davide Falteri sarebbero pronti a lasciare il partito (che, così, sparirebbe dal panorama amministrativo genovese) per restare in maggioranza.
Per i più radicali la storia ha più importanza delle dichiarazioni pre-elettorali. Una frattura che in qualche modo l’alleanza dovrà sanare o, almeno lenire, in vista delle ore in cui, dopo l’annuncio del candidato alla presidenza, occorrerà presentarsi agli elettori come una squadra compatta almeno in teoria, pronta a segnare la svolta dopo i nove anni di amministrazione Toti.

Toti, appunto. Dopo il tour romano il presidente negli ultimi giorni è uscito dalla narrazione strettamente politica del centrodestra e ha optato per una strategia d’attacco individuando nemici (o presunti tali) nel mondo del giornalismo genovese.
Il tutto in un mondo del centrodestra ligure che ha palesemente scelto la strategia del silenzio nelle settimane centrali di agosto. Non parla nessuno e chi parla dice poco o niente, come il presidente ad interim Alessandro Piana che al ‘Meeting per l’amicizia fra popoli’ di Rimini, interrogato in merito, si è limitato a dichiarazioni di circostanza: “Troveremo il profilo giusto per intercettare l’elettorato e governare bene”. Grazie tante.
Sul tavolo ci sono sempre le solite tre opzioni: il vice sindaco di Genova, Pietro Piciocchi (dato per favorito), la deputata di Noi Moderati, Ilaria Cavo, e l’opzione civica (c’è chi dice Marco Scajola, c’è chi punta su Beppe Costa).
Nessuno le conferma e nessuno le smentisce in attesa della svolta annunciata per venerdì 30, quando a Roma si riuniranno per la prima volta post ferie Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Sulla loro agenda ci sono anche la decisione definitiva sul candidato presidente in Liguria e l’agognata data dell’elezione.
Nel frattempo regna il silenzio, interrotto solamente dalla comunicazione quotidiana di un Toti contro tutto e tutti.

Venerdì 30 e sabato 31 potrebbero quindi portare in dote le 48 ore determinanti per disegnare la campagna elettorale che porterà i liguri al voto tra fine ottobre e inizio novembre. Andare oltre sarebbe un rischio troppo grande per entrambi gli schieramenti, pronti per una campagna elettorale breve e accesa dalle vicende che hanno portato al termine anticipato dell’amministrazione Toti.

Pietro Zampedroni