- 22 agosto 2024, 15:19

Parco eolico, le associazioni del territorio si organizzano e inviano le osservazioni al ministero

"La conversione alle fonti rinnovabili è e sarà essenziale, ma deve essere condivisa con chi in quel luogo vive", contestano così il progetto

"Insieme alle incongruenze, alle contraddizioni, alle omissioni contenute nello studio progettuale in questione, con le presenti osservazioni si intende portare l’attenzione sul rischio che la realizzazione dell’impianto potrebbe avere sulle aree interessate e sul territorio circostante. Un rischio che deriva da una politica energetica più preoccupata a raggiungere nuovi traguardi in fatto di produzione che, piuttosto, di tutelare il paesaggio, di evitare la sottrazione di suolo e l’alterazione di aree naturali o di zone montane comunque incompatibili con insediamenti di tipo industriale", ventidue associazioni e comitati del territorio hanno inoltrato al ministero competente le proprie osservazioni sul progetto del parco eolico denominato "Imperia Monti Moro e Guardiabella".

"La realizzazione di una centrale per la produzione di energia eolica nei luoghi individuati dal progetto, stride in maniera evidente e preoccupante con i principi della nostra Carta Costituzionale, che all’art. 9 pone, per l’appunto, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione tra quei principi fondamentali (art. 1-12) che esprimono le finalità e le basi ideali della forma di Stato disegnata dalla Costituzione. In un territorio, nell’estremo ponente ligure, per il quale peraltro, già le informazioni e i dati forniti dall’Atlante eolico italiano, più volte citato nello studio progettuale, non evidenziano particolari attitudini allo sfruttamento energetico, in termini di ventosità e producibilità specifica.

A queste stime si aggiunge che il cambiamento climatico ha favorito la tropicalizzazione del clima mediterraneo, con conseguenze sulle caratteristiche qualitative e quantitative della circolazione atmosferica difficili da valutare.

Relativamente agli aspetti procedurali, si rileva che gli enti locali e le comunità sono rimaste all’oscuro del progetto. Ne deriva una proposta avulsa dal territorio, in disarmonia con il contesto paesistico che mina la tutela dell’ambiente e la qualità della vita".

Impatto paesaggistico, economico sociale, agropastorale, archeologico, storico culturale, avifaunistico, idrogeologico, sul contrasto agli incendi boschivi e all’elisoccorso i punti su cui si sono soffermate le associazioni.

"La conversione alle fonti rinnovabili è e sarà essenziale per contrastare i danni al clima del petrolio e del metano, ma deve essere condivisa con chi in quel luogo vive e in armonia con il territorio su cui insiste. 

Le soluzioni percorribili alternative sono rappresentati dai mini impianti di fonti “verdi” e dalle CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, per produrre energia pulita, partecipata e diffusa, che possano produrre energia collettiva adeguata alle esigenze energetiche, salvaguardando l’ambiente nel suo insieme. Troppo spesso ancora disattese e poco sostenute.

Si esprime la netta contrarietà e opposizione per le motivazioni fin qui esposte, ad un progetto distruttivo delle caratteristiche dei luoghi ed in spregio alle aspirazioni delle comunità locali che di quei beni sono custodi per le generazioni future".

Le organizzazioni che hanno sottoscritto il documento: A.I.FO Imperia, Amici di Bellissimi, ANPI Arma-Taggia, ATTAC Imperia, Casa Balestra, CI-CA -Collettivo Italia-Centro America, Ci Siamo in difesa dei beni comuni, Comitati Civici di Base Imperia e Taggia, CSA “La Talpa e l’Orologio”, CIA - Confederazione Italiana Agricoltori, Felice Lavanda, Gruppo Ecologico Martiri della Libertà – Partigiani Val Prino, Istituto Internazionale di Studi Liguri – IISL Sez. Imperia e Sanremo, Italia Nostra Ponente Ligure, Natura Intemelia, Popoli in Arte ODV, Praugrande, Proloco Pietrabruna, Rinascimento dell’entroterra, Società della Cura, Teatro dell’Attrito, USB Imperia.