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Al Direttore | 20 agosto 2024, 18:53

Va in ospedale a Saremo ma gli rimandano l'appuntamento, un ventimigliese non vedente: "Il paziente andrebbe ascoltato"

"Non posso dire di essermi sentito particolarmente accolto e compreso nelle mie esigenze"

Va in ospedale a Saremo ma gli rimandano l'appuntamento, un ventimigliese non vedente: "Il paziente andrebbe ascoltato"

"Il paziente andrebbe accolto e ascoltato con maggiore attenzione" - dice un lettore non vedente che ci ha segnalato uno spiacevole episodio che lo ha visto coinvolto di recente presso una struttura ospedaliera della provincia di Imperia. Pur riconoscendo la professionalità del personale sanitario, ha ravvisato poca attenzione per la sua condizione di paziente e di persona con disabilità.

"Domenica 11 agosto sono stato portato al pronto soccorso di Bordighera, in codice verde, per epistassi. Lì mi sono stati inseriti alcuni tamponi nel naso, per bloccare il flusso sanguigno, dopodiché sono stato invitato a presentarmi il giorno successivo, alle 8, presso il reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Sanremo, per la rimozione dei tamponi" - racconta il lettore, Giovanni Laiolo - "Così ho fatto e sono stato preso in carico da un medico della struttura, il quale, però, con mio stupore mi ha comunicato che non era possibile rimuovere i tamponi perché non erano ancora trascorsi due giorni dall’episodio di epistassi e c’era il rischio che il sanguinamento potesse riprendere".

"Naturalmente comprendo che questa preoccupazione fosse rivolta alla mia salute e al mio benessere. Il fatto è che, per una persona non vedente (tanto più se, come nel mio caso, non sanremese ma arrivata appositamente da un altro comune, quello di Ventimiglia) ogni trasferimento implica un certo sforzo organizzativo e spesso anche un non trascurabile esborso economico (in questo caso, essendo in vacanza e non avendo a disposizione persone vedenti di mia fiducia che potessero accompagnarmi, ho dovuto ricorrere al trasporto in taxi)" - mette in risalto - "Sarebbe stato, quindi, meglio evitare di farmi venire in ospedale inutilmente. Poiché, però, a quel punto, come io stesso ho convenuto, non era possibile fare altrimenti, è stato prenotato un nuovo appuntamento per il giorno successivo, martedì 13 agosto, sempre presso il reparto dell’ospedale di Sanremo".

"Quando sono stato chiamato dal medico, mi è stato richiesto il pagamento del ticket sanitario. Ho fatto presente che ero lì inviato dal pronto soccorso e ho ricordato che ho diritto all’esenzione in quanto persona non vedente. Ho anche presentato la disability card e la tessera sanitaria ma di fronte alla resistenza degli operatori nell’accogliere la mia documentazione, ho, infine, pagato il ticket, per evitare discussioni e non intralciare il lavoro dei sanitari, pur restando convinto che tale pagamento non fosse dovuto" - sottolinea - "Oltretutto mi trovavo in una condizione di leggero disagio, visto che i tamponi nasali mi creavano un notevole fastidio e desideravo solo che tale fastidio cessasse".

"Complessivamente, considerando l’intero episodio, in tutta onestà non posso dire di essermi sentito particolarmente accolto e compreso nelle mie esigenze. Ho un grande rispetto per il lavoro degli operatori sanitari e credo di poter comprendere le loro necessità e le condizioni spesso non semplici in cui si trovano quotidianamente a operare. Tra l’altro, io stesso ho lavorato per molti anni come fisioterapista in un contesto ospedaliero e, dunque, mi sento legato, per varie ragioni, al mondo delle professioni sanitarie" - afferma - "Ciò premesso, mi permetto di far osservare che il paziente, anche quando, come nel mio caso, fortunatamente arriva in ospedale per problemi non gravi, andrebbe accolto e ascoltato con maggiore attenzione. Si tratta pur sempre di una persona che arriva lì in una situazione di fragilità. Se poi è un cittadino disabile, può avere necessità specifiche di cui sarebbe meglio tener conto".

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