Arte sospesa non è solo una collettiva d'arte, è il nostro PNRR, di tutti quelli che ci sono nati o hanno creduto nella potenzialità della vita nei carugi, di quelli che hanno conosciuto il cuore di Ceriana e vogliono tenerlo in vita. Che amano i silenzi, la routine di quotidianità quasi perdute. Come quello della vendemmia, ascoltare il ticchettio delle macchine per pigiare l'uva, il profumo del mosto, la dolcezza del succo di uva appena spremuto, del trovarsi la sera tornando a casa, il saluto con le persone di sempre: andamu? Arivamu? il calore della stufa a legna, il rumore dei ciocchi spaccati giù nella via, l'odore del fumo, i passi conosciuti che risuonano sul selciato. I canti spontanei nelle cantine o in qualunque festa casalinga. La frenesia della ricerca di una vita migliore ci ha allontanati dalla tranquillità di un modello di vita quasi perfetto. Arte sospesa, un piano di resistenza e resilienza? Forse sì “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione” Cit. La collettiva d'arte nei mesi di luglio e agosto ha colorato le vie, ma non solo ci saranno installazioni fisse che abbelliranno il percorso per sempre, la prima che andremo a inaugurare stasera è quella dedicata all’acqua, gli allievi del corso di ceramica tenuto dal maestro Paolo Tartarini, hanno preparato delle piastrelle recanti un brano di una poesia molto conosciuta del poeta contadino Antonio Crespi: “A Cansun De Seriana”, le piastrelle saranno posizionate in via macello nei pressi di una delle tante fontane che dagli anni 30 agli anni 60 hanno fornito l'acqua alle abitazioni, un primo passo verso la modernità, quel progresso ha iniziato a trasformare la vita degli abitanti di Ceriana soprattutto le donne che non erano più costrette a fare lunghi viaggi con i secchi in equilibrio sulla testa.
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