Cronaca - 02 agosto 2024, 17:12

Da Sanremo il ricordo di Massimo Cotto scomparso stanotte: "Persona di cultura ma anche molto umile"

Nato ad Asti nel 1962, è stato una figura di spicco nel mondo della musica e del giornalismo italiano. La sua carriera lo ha visto emergere come una voce autorevole e appassionata nel panorama culturale del paese.

La scomparsa di Massimo Cotto è stato un evento che ha lasciato basite molte persone che lo conoscevano; tante di loro, una volta saputa la notizia, hanno voluto dedicare un saluto o un post sui social per ricordare lo storico direttore artistico di Area Sanremo, chiamata allora Sanremo Lab, che è stato anche membro della giuria di Sanremo Giovani, oltre ad aver conosciuto e collaborato con altre importanti realtà del territorio.

Il funerale di Massimo Cotto si terrà ad Asti, dove viveva, lunedì 5 agosto alle 15:30, alla chiesa di Don Bosco, ma c'è comunque chi non vuole parlare di lui al passato: "Massimo non è scomparso, è ancora qui - dice Vincenzo Russolillo, patron di Casa Sanremo - tutto quello che ha fatto resterà come patrimonio per i giovani che verranno, e sarà sempre una guida per le cose che faremo noi. Lavorare con lui era un momento di grande condivisione, e nonostante fosse così importante si è sempre mosso in punta di piedi, mettendosi al servizio del suo mondo, non è mai stato invadente. La sua qualità più grande credo sia che pur avendo mille impegni, riusciva comunque a trovare una bellissima alchimia con la famiglia che aveva costruito. E proprio alla sua famiglia, alla moglie Chiara, al figlio e alla madre va il mio abbraccio".

Uno dei legami più importanti di Cotto con Sanremo è stato Sanremo Lab, dove tante persone hanno avuto modo di conoscerlo, tra cui Maurilio Giordana: "La cosa fantastica di Massimo è che sapeva essere sia una persona molto colta sia un grande compagnone, era fantastico lavorare con lui. L'ho conosciuto nel 2007 e per me lavorare con lui era come avere a che fare con una leggenda, ma non ha mai fatto pesare nulla, non si è mai posto sopra gli altri per la sua storia, era una persona straordinariamente umile, con cui potevi parlare di qualunque cosa, dalla musica alla letteratura passando anche per il calcio, dove ci è capitato di punzecchiarci, visto che lui era torinista e io juventino (ride ndr). Era davvero una bella persona, mi mancherà tanto".

Massimo Cotto è stato anche direttore artistico del premio Tenco, il che gli ha permesso di stringere una grande amicizia con Francesco Maccario e Graziella Corrent: "Era un nostro grande amico, per noi ogni volta era un piacere vederlo. Lo chiamavamo 'il mago' per la sua capacità di raccontare e coinvolgere; quando ti parlava rimanevi completamente ipnotizzato, si poteva stare ore ad ascoltarlo. Abbiamo collaborato in tantissime cose, praticamente era uno di noi, non solo un collaboratore; abbiamo perso un amico di quelli che alla fine sono come i parenti più stretti. Il racconto della musica ha perso un mago, che sapeva trasportare nel luogo e nel tempo dei suoi racconti. Ha vissuto una vita meravigliosa e se la è meritata tutta".

"Era un grande amico di Sanremo - dice Igor Varnero - e persona di grandissima cultura musicale. Molto umile anche: quando è arrivato a Sanremo è arrivato in punta di piedi, con noi ha colto una sfida quando abbiamo creato Sanremo lab e lavorare con lui è stato bello, mi ha insegnato moltissimo. Noi venivamo da due mondi diversi, ed è stata una grande esperienza confrontarsi con lui, anche perché era molto deciso nel difendere le sue idee, ma grazie a lui si è rilanciato il modo di fare il festival, ad esempio portando gli artisti fuori dall'Ariston, una cosa che è stata innovata anche grazie all'apporto suo e di Pepi Morgia, due persone che faccio fatica a ricordare separatamente. A lui poi secondo me si deve l'aver riportato i giovani sul palco dell'Ariston".

Anche il direttore di Sanremonews, Carlo Alessi, condivide un ricordo di Cotto, che nella sua vita è stato anche giornalista: “Ricordo Massimo come un personaggio alla mano, solare e sempre sorridente con tutti. L’ho conosciuto nel 2009, quando alla direzione artistica di ‘SanremoLab’ seguì al mio fianco in sala stampa al Festival, la serata che decretò la vittoria di Arisa. La cantante si era presentata alle selezioni con la stessa canzone (Sincerità) che poi vinse. Era una scommessa, perché era un pezzo davvero particolare. E invece arrivò la vittoria. Non ci conoscevamo bene con Massimo ma, quando sullo schermo venne detto il nome di Arisa si girò verso di me e mi abbracciò, visibilmente commosso. Lo intervistai molte volte per gli appuntamenti sanremesi dedicati alla musica e allo spettacolo e, come detto, è sempre stato sempre disponibile, come si dice ‘un vero signore’. Per me Massimo sarà sempre un piacevole ricordo”.