Le sue parole sulla pratica rigassificatore hanno fatto saltare il banco durante l’ultima seduta del consiglio regionale. La sua terra, l’estremo Ponente, ha ospitato la prima uscita elettorale del ‘campo largo’ ligure in quel di Camporosso.
Volontariamente o meno, Enrico Ioculano è stato tra i principali protagonisti del centrosinistra ligure nella settimana che si è chiusa con le dimissioni del presidente Giovanni Toti e, di conseguenza, il via alla campagna elettorale che porterà a nuove elezioni nel giro di 90 giorni.
Ma qual è la sua visione di una situazione inedita e di una corsa elettorale tanto ristretta quanto, a suo modo, complessa? E lui ci sarà?
Partendo dalla stretta attualità, sabato a Camporosso è andata in scena la prima uscita del ‘campo largo’ ligure. La squadra è fatta? “Non so se è fatta, ma abbiamo fatto dei passi avanti. Nel corso di queste settimane abbiamo lavorato sulla sanità con un consiglio regionale monotematico, poi la manifestazione in piazza De Ferrari oltre alle prese di posizione di questi giorni che ci hanno portati tutti verso lo stesso punto. A Camporosso, in un clima molto disteso, si è sviluppato un dibattito da cui sono emersi i punti e i principi coincidenti sulla Regione. Ho visto un bel clima e il fatto che si sia partiti dall’estremo Ponente, roccaforte del centrodestra, è un segnale”.
Ed è fatta anche per la scelta del candidato presidente? “Penso che Andrea Orlando sia intervenuto in modo molto puntuale. Il problema non è la candidatura, ma chi riesce a interpretare questo senso di alternativa al totismo e al centrodestra che in nove anni ha prodotto una serie di situazioni pesanti come sulle infrastrutture e sulla sanità. Si sono concentrati sulle paillettes e sui tappeti rossi, questa cosa si è fatta sentire”.
Mentre per quanto riguarda la squadra del Partito Democratico a che punto siete? “Dall’arrivo del nuovo segretario e con una impostazione unitaria del partito un po’ di risultati si sono visti. I litigi all’interno del Pd non erano più una notizia, ora abbiamo intrapreso un’altra impostazione che porta i suoi risultati a livello nazionale e regionale. È fondamentale per essere credibili e avere la fiducia dei cittadini”.
Lei ci sarà? “Sì, da consigliere uscente penso che ci sarò”.
Teme la concorrenza interna di qualche astro nascente della sinistra ponentina? Facciamo un nome: Fulvio Fellegara, neo vice sindaco di Sanremo alla sua prima esperienza in politica “No, ma principalmente mi auguro che il partito faccia un buon risultato perché deve scattare il seggio. Lavoro in consiglio da cinque anni, la volta scorsa il mio bacino forte era stato l’estremo Ponente, poi abbiamo continuato a dare il massimo e ora, a differenza di cinque anni fa, abbiamo intelaiato molti rapporti anche su altre aree della provincia. Penso che i risultati arriveranno anche da lì”.
Il centrodestra sta iniziando la propria campagna puntando sui “no” del centrosinistra alle infrastrutture. È davvero così? “Nel dibattito di Camporosso si è fatto riferimento al raddoppio della ferrovia a Ponente e mi pare che dopo nove anni di amministrazione Toti siamo punto e a capo. Sulla Gronda non mi pare che vada meglio, sulle Aurelia Bis anche, non se ne parla. Nessuno degli assessori si è mai interessato al Tunnel di Tenda, siamo andati tre volte con Orlando e non sappiamo nemmeno se loro partecipano alle riunioni. I “no” se lo stanno inventando per avere qualcosa da dire, la verità è che il blocco infrastrutturale dipende dall’amministrazione Toti”.
Il ‘campo largo’ ligure mette insieme forze che spaziano da Alleanza Verdi Sinistra a Italia Viva che a Genova è in maggioranza con il sindaco di centrodestra Marco Bucci. Riuscirete a compattare l’elettorato? “L’elettorato poi è chiamato a scegliere. Non entro in casa degli altri, ma ci sono alcune contraddizioni chiare. Questi scontri all’interno della maggioranza del centrodestra si sono estese anche al Comune di Genova. Negli ultimi giorni abbiamo visto come queste fratture siano sempre più larghe come per il forno crematorio del cimitero di Staglieno e penso che la situazione si aggraverà. Il clima nel centrodestra è molto più arroventato e difficile che da noi”.