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Eventi | 28 luglio 2024, 13:00

Si chiude l'11ª edizione di Bravo Jazz in piazza San Costanzo: “Un vortice di magia”

Simone Parisi (Fare Musica): “Sembra che il luogo contenga già le note, serve solo un pubblico”

Si chiude l'11ª edizione di Bravo Jazz in piazza San Costanzo: “Un vortice di magia”

Bravo Jazz per l’undicesima volta ha portato la sua cifra stilistica tra le terrazze di San Costanzo.
Per noi di 'Fare Musica' è sempre una sorpresa constatare come ci siano ricambio e riscontri - così dicono dall'associazione organizzatrice - dopo tutto abbiamo sempre considerato questa piazza come un vortice di magia sul quale poter costruire una rassegna. Sembra che il luogo contenga già le note, serve solo un pubblico”.

Quello di Ray Gelato ha ballato l’energia swing suonata dal suo padrino insieme ai The Giants, reali esplosioni d’energia in bilico tra una parlata italo americana e un assolo di sax - si legge ancora nelle parole di Simone Parisi, portavoce di 'Fare Musica' - Gelato è davvero l’apice di un movimento mondiale di grande qualità, un evento vero averlo in questo palco naturale così inusuale per le abitudini di un artista abituato a grandi “hall” ed eventi esclusivi tipo quello del matrimonio di Sir McCartney, e percepire un sorriso insieme allo stupore, vederlo tranquillo e soddisfatto fumare un sigaro insieme o semplicemente concedendosi ad ogni selfie é stato proprio bello. Dal punto di vista musicale credo non si debba aggiungere nulla ad un gruppo così ben assortito condotto da tre fiati e sorretto da un grande sezione ritmica. D’altronde lo swing è proprio questo, ma, e lo diceva Duke Ellington, non sarai nulla se non avrai swing. Sembra la ricetta per tutto, sembra si possa trasformare tutta la musica in swing (ascoltate Richard Cheese con le sue versioni di brani punk-Hardcore trasformate per esempio). A rifinire con eleganza il tutto i vinili di Party Tonite, selezione di 45 giri originali ad opera di Slavo e Pio”.

Dopo l’esplosione di energia di Ray Gelato i ritmi si sono calmati ma si sono fatti ascoltare e godere con i Fabris Five for Monk. “Theloniuos Monk fu prima di tutto un compositore favoloso, prima che virtuoso pianista - prosegue la voce narrante di 'Fare Musica' - quindi trasformare quei brani come fossero esercizi vocali è stato esercizio particolare ma di grande effetto. Questo il compito di Jose Fabris, creatore del progetto ed autore dei testi in italiano. La parte virtuosa e melodica è stata affidata con grande effetto a Lorenzo Hernutt-Girola, forse il più eclettico chitarrista svizzero-ponentino, capace di alternarsi con il sapiente sax di Frank Taschini. La solidità della sezione ritmica ha fatto il resto, e qui le note di Alberto Miccichè e lo shuffle travolgente di (Bravo) Enzo Cioffi han fatto il resto”. 

Il caldo di queste sere doveva però trovare anche sfogo musicale, e ci ha pensato Nina Papa, splendida interprete franco-brasiliana accompagnata da un quartetto efficace. Splendide le creazioni originali della pianista Bèatrice Alunni. Un passaggio elegante, raffinato che ha scosso la platea. Motivo in più per lasciarsi guidare da una direzione artistica (Enzo Cioffi) capace di prendere a piene mani dal grande calderone che la parola “Jazz” implica. In questo caso tutto molto legato al Conservatorio di Nizza con professori come Cèdric Le Donne professore e batterista del quartetto di Nina Papa e i Rue Guiglia, tutti alunni del conservatorio stesso ed autori di un progetto di gran pregio. Leader della band il chitarrista ponentino Marco Neri. Potrebbero essere definiti i finti Groovybooyz, ma è bellissimo sapere che la loro preparazione oltre al funk li porti anche nei difficili lidi di un jazz elettrico con tante influenze tra John Scofield e Jon Patitucci con qualche spolverata ritmica alla Billy Cobham. 

L’ultima serata è nata come un progetto jam nato nel locale di Alex a Sanremo. Ha radunato una serie di eccellenti musicisti per portare un progetto fresco e mai banale. Tante le belle influenze latin jazz con la sua tromba e il sax di Paolo D’Aloisio a farla da padrone, bello anche l’utilizzo della voce per celebrare autentici inni del genere come “On the sunny side of the street”. Serata già bella e partecipata, conclusa con un’autentica festa nella terrazza del bar ad opera di un dj poliedrico e di grande preparazione musicale come Wir Ium.

Insomma una rassegna che ha tracciato un solco indelebile ed ha preparato una bella strada futuribile - conclude Parisi - noi di 'Fare Musica' siamo orgogliosi e pronti ad offrirvi un venticinquennale, quello di Rock in The Casbah, ma ne riparleremo da mercoledì 31”.

Redazione

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