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Cronaca | 26 luglio 2024, 11:01

È la fine di un’era: Giovanni Toti si è dimesso e così cade la giunta, Liguria verso le elezioni

La decisone arriva a quasi tre mesi dall’arresto per corruzione e falso. A metà luglio la seconda misura cautelare per finanziamento illecito

È la fine di un’era: Giovanni Toti si è dimesso e così cade la giunta, Liguria verso le elezioni

È la fine di un’era: Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni.
Il presidente di Regione Liguria, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso con le accuse di corruzionefalso e finanziamenti illeciti, ha fatto oggi quel passo indietro che le forze politiche di opposizione gli chiedevano sin dal giorno dell'arresto.

Da giorni la decisione era nell’aria, pochi minuti fa è diventata ufficiale. Decisive sarebbero state le pressioni arrivate anche da parte di chi lo ha sempre sostenuto ma che ora deve per forza guardare alle prossime elezioni regionali e a una nuova pagina politica da scrivere.

Giovanni Toti era stato eletto nel 2015 con una vittoria che aveva strappato di mano la Liguria al centrosinistra, per poi essere riconfermato nel 2020. Il 7 maggio scorso l’epilogo con il blitz della Guardia di Finanza all’hotel Lolli di Sanremo: secondo l’accusa il presidente avrebbe ricevuto finanziamenti da parte dell’imprenditore Aldo Spinelli in cambio di favori in ambito portuale e non solo. Poi, il 18 luglio, il secondo capitolo dell’inchiesta, quello che probabilmente ha dato il colpo di grazia: la nuova ordinanza di custodia cautelare, questa volta per finanziamento illecito.

Da qui una corsa contro il tempo per capire quale strada prendere tra le dimissioni e la strenua resistenza in attesa di una possibile svolta da parte della Procura. In mezzo le visite dei suoi fedelissimi nella casa di Ameglia, i messaggi fati arrivare alla stampa tramite l’avvocato Stefano Savi e una costante difesa dalle accuse mosse dal Tribunale di Genova.
Oggi tutto si cancella, Toti lascia e con lui decade anche la giunta che l’ha sostenuto per quattro anni. Adesso, di fatto, scatta la corsa alle urne in vista delle elezioni che daranno una nuova amministrazione alla Liguria.

La comunicazione ufficiale

Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all'ufficio protocollo dell'Ente è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti.

La nota del presidente Giovanni Toti

Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria.
Mentre viene resa pubblica questa mia lettera, che ho pregato il mio difensore, avv. Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al Presidente facente funzione della Giunta e al Presidente dell’Assemblea Legislativa per tutti gli adempimenti di legge.
Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro.
Fino ad oggi il Presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta, che ringrazio di cuore, si sono assunti l’impegno di evitare il blocco dell’Ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità, capacità, onore. Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall’attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità.
Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica.
Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di Governo. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid.
Cosi come sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione.
Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio Regionale di approvare l’Assestamento di bilancio e il Rendiconto, fondamentali per la gestione dell’Ente. 
Ed è di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l’apertura della Via dell’Amore, un’ opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria.
Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza . Ringrazio gli assessori che si sono succeduti in questi anni, il mio straordinario staff di Presidenza, che mi ha affiancato senza risparmiarsi con vera abnegazione al progetto, quei dirigenti e funzionari che ci hanno affiancato con competenza e passione.
Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza.Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l’avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore.
Si apre per tutti una fase nuova: Agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada. Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico.
Ringrazio di cuore tutte le persone, e sono tante, che senza nemmeno conoscermi mi hanno fatto sentire tramite la mia famiglia e il mio avvocato la loro vicinanza e il loro affetto. Da questo momento torno anche io ad essere un semplice, comune cittadino della nostra bellissima Liguria.

Pietro Zampedroni

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