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Cronaca | 26 luglio 2024, 17:26

Sanremo: l'Amministrazione incontra le parti per il Palazzetto di Pian di Poma, una grana difficile da risolvere

Impennata dei costi e rischio che l'opera rimanga ferma ancora per mesi

Sanremo: l'Amministrazione incontra le parti per il Palazzetto di Pian di Poma, una grana difficile da risolvere

Avrebbe già dovuto essere completato, considerato che dall’installazione del cantiere avvenuta nel gennaio 2022 erano previsti 400 giorni lavorativi, ma il palazzetto dello sport a Pian di Poma resta appena abbozzato: fondazioni, soletta in cemento armato e primi pilastri, niente di più.

Un’opera, attesa da decenni, che rischia di allungare l’elenco delle incompiute. Perchè è iniziata male, con la società reggiana Sicrea, capofila dell’associazione temporanea d’imprese (Ati) che si è aggiudicata l’intervento, finita in difficoltà al momento di entrare in azione, e ora rischia di proseguire peggio (anzi, di non andare avanti) se il Comune non troverà il modo di uscire dal tunnel in cui si sta infilando il progetto, basato sulla formula del leasing immobiliare in costruendo. In pratica, il privato costruisce e l’ente pubblico paga a rate (d’importo concordato), in questo caso per una ventina d’anni.

Il problema è che i costi sono esplosi rispetto alle previsioni originarie, soprattutto a causa del vertiginoso rincaro delle materie prime addebitato (almeno nella prima fase) ai pesanti riflessi della guerra in Ucraina. E l’impresa Giò Costruzioni, subentrata a capo del nuovo raggruppamento dopo la risoluzione contrattuale con Sicrea decisa da Palazzo Bellevue, ha presentato un conto salatissimo per far avanzare i lavori: circa 3,6 milioni in più, di cui 2,2 milioni per la revisione-prezzi e il resto per presunti errori di valutazione che sarebbero contenuti nei calcoli di spesa all’interno del capitolato d’appalto con cui si è arrivati al primo colpo di piccone, due anni e mezzo fa.

Quanto basta per far comprendere su quale pericoloso crinale sia finita la questione-palasport, affrontata con preoccupazione già nella lunga campagna elettorale che ha portato un avvocato, Alessandro Mager, sulla poltrona di sindaco. E un altro, Massimo Donzella, nuovamente alla guida dell’assessorato ai lavori pubblici e all’urbanistica. Proprio loro, assieme al dirigente competente Danilo Burastero, si sono confrontati con le parti interessate, per la prima volta dopo le elezioni.

Da qui l'emersione dell'impennata dei costi, di cui peraltro si sussurrava da mesi. Il neo sindaco, che ha tenuto per sé la delega alle grandi opere, si sta chiedendo se, ed eventualmente come, affrontare questo "aumento vertiginoso" dell’impegno finanziario richiesto al Comune. Che porterebbe il valore complessivo dell’opera attorno a 20 milioni, compresi importi tecnici, canoni e altri aspetti (quasi 12 milioni alla sola alla voce lavori). Mager, che da buon avvocato sta studiando il ponderoso dossier, ha voluto prima conoscere i rappresentanti della Giò Costruzioni (tra l’altro, ha cambiato management) e del resto della nuova Ati, di cui fa parte una banca con il ruolo di finanziatrice del progetto. Poi si è confrontato con i legali dello studio genovese Vallerga&Partner ai quali il Comune ha affidato la propria tutela.

Difficilmente si ricorrerà a un Collegio tecnico consultivo per valutare la congruità delle richieste di revisione dei costi, come previsto durante la fine della scorsa legislatura ma di fatto non attivato, anche perché uno dei componenti indicati è risultato incompatibile. Si cercherà, in sostanza, di trovare una soluzione esaminando a fondo le carte e attivando confronti tra le parti.

Come se non bastasse, la nuova amministrazione deve affrontare pure la causa intentata da Sicrea per la risoluzione del contratto, decisa dall’ufficio comunale competente nel novembre 2022, dopo aver constatato che in 10 mesi abbondanti i lavori erano arrivati appena al 15% del totale. Sono in ballo presunti danni milionari chiesti da una parte (l’impresa) e dall’altra (il Comune).

Il Tribunale d’Imperia ha da poco assegnato un supplemento di perizia per chiarire la vicenda. Intanto, Mager ed i suoi devono capire se "caricare" sulla città un ulteriore peso economico pur di avere un palazzetto, da sempre assente nella mappa delle strutture sportive.  Una rogna, in partenza, che i nuovi inquilini di Palazzo Bellevue avrebbero volentieri evitato.

Il progetto, concepito dall’amministrazione Biancheri per arricchire e completare la cittadella dello sport a Pian di Poma, prevede un edificio su tre livelli, con una grande palestra polivalente (per basket e volley), una per il fitness e doppia per le arti marziali, oltre a due piscine (da 25 e 16,50 metri di lunghezza) e alle tribune. Infine: un bar, 133 posti auto, 3 per i bus e 38 per le moto.

Gianni Micaletto

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