Attualità - 23 luglio 2024, 09:41

Apricale, scoperto un altare sacrificale imprigionato fra due alberi (foto)

Presenta una forma di linguaggio visivo figurativo astratto, rappresentato da 7 incisioni scaliformi e da una vaschetta a forma di vulva - da non interpretare come una rappresentazione - oscena ma un inno alla vita.

Ad Apricale, in località Pian dei Re, scoperto un altare sacrificale con sulla parte frontale una forma di linguaggio visivo figurativo astratto rappresentato da 7 incisioni scaliformi e da una vaschetta a forma di vulva da non interpretare come una rappresentazione, oscena ma un inno alla vita.

L'altare, come ci racconta Andrea Eremita di Archeonervia, imprigionato tra due alberi, si presenta sotto forma di un enorme blocco di arenaria quarzifera che misura cm. 181 di altezza per cm. 48 alla base. Si  contraddistingue, se confrontato con gli oltre 50 scoperti nell’estremo Ponente Lìgure dal gruppo ricerche archeologiche di superficie  Archeonervia, per avere  in piena evidenza sulla parte frontale la rappresentazione di 7 incisioni scaliformi della lunghezza di 30-40 centimetri realizzate attraverso lo sfregamento ripetuto di una punta litica.

Altra caratteristica peculiare dell’altare è costituita da una grande vaschetta a forma di vulva che misura cm. 32X43 con un canaletto di scolo per il sangue da offrire alla Terra Madre indicato da una freccia dove venivano depositate le interiora degli animali sacrificati per essere bruciate e con il fumo disperse nel cielo per rafforzare i legami con le forze dell’universo.

Vaschetta a forma di vulva da non confondere come una rappresentazione oscena come potrebbe suggerire la nostra morale cristiana, ma l’organo riproduttivo della donna che dona il miracolo di dare vita. Interpretare il pensiero di una popolazione vissuta nel periodo Neolitico 5.000 anni fa non è cosa facile , si può solo ipotizzare che le incisioni realizzate sulla superficie dell’altare vogliano rappresentare e ricordare una successione di avvenimenti importanti. Un primo passo da parte della popolazione stabile che ha colonizzato il territorio per esprimere la volontà di trasmettere un messaggio evitando la parola.

La più lontana testimonianza in Liguria che esprime la volontà dei nostri lontani i progenitori di numerare fatti importanti, è da ricercare in un bastone forato di corno di alce sulla cui superficie sono presenti decine di tacche facente parte del corredo della famosa sepoltura del Principe con datazione e che risale a 20.000 anni fa trovata nella grotta delle Arene Candide nel Finalese.

Redazione