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Cronaca | 19 luglio 2024, 14:25

Inchiesta corruzione in Liguria: Toti non parla davanti ai giudici, intanto iniziano a vacillare le fondamenta del ‘castello’

Non sono più un segreto le tensioni interne alla coalizione di governo regionale e le visite ad Ameglia iniziano a essere un peso. Piana: “A disposizione per richieste pertinenti”

Inchiesta corruzione in Liguria: Toti non parla davanti ai giudici, intanto iniziano a vacillare le fondamenta del ‘castello’

Sono passati più di due mesi dal primo arresto, ma la scena non cambia: Giovanni Toti si avvale della facoltà di non rispondere. Questa la scelta del presidente, concordata con l’avvocato Stefano Savi, per il secondo interrogatorio di garanzia conseguente alla seconda ordinanza di custodia cautelare, questa volta con l’accusa di finanziamento illecito.

Ma se sul piano politico l’arresto del 7 maggio scorso aveva in qualche modo compattato il mondo del centrodestra, pronto a fare quadrato attorno al presidente Giovanni Toti all’insegna del garantismo, la seconda bordata arrivata dalla Procura di Genova sembra aver colpito le fondamenta del castello costruito in due mesi da alleati, colleghi di lista, giunta e sostenitori. E ora anche per il mondo del centrodestra non è più così semplice difendere il presidente e la sua linea. Specie per i vertici nazionali del partito che devono iniziare anche a guardare oltre in vista delle elezioni.

Le dichiarazioni si fanno meno accorate, si inizia a parlare della possibilità di valutare altre scelte se dovesse venire meno il sostegno della maggioranza, si vedono le prime fratture tra i partiti della coalizione, leggi FdI-Lega. Leggi meglio: Matteo Rosso - Alessandro Piana. Al netto dei comprensibili nervosismi post secondo arresto.
Oggetto del contendere è il passo indietro di Piana sul tema del rigassificatore (in un incontro in provincia di Savona aveva detto che la Regione sarebbe pronta a rivedere il tutto in nome del territorio) che va in netto contrasto con le linee di Toti e dell’amministrazione regionale pre-arresto del presidente. Una mossa in solitaria che porta alla luce l’assenza di un dialogo interno e di una figura che sappia fare da regista dell’intera coalizione. Ne aveva parlato anche Giacomo Giampedrone, altro assessore fedelissimo di Toti, all’uscita dalla casa di Ameglia.

Palese l’impressione che il presidente ad interim stesse agendo senza un mandato degli alleati, tesi confermata anche dalle parole del segretario regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso: “Piana si confronti con noi”. E poi un “non possiamo ogni volta passare ad Ameglia a prendere appunti” che lascia intuire un malcelato fastidio nel dover sempre andare a casa di Toti per prendere poi delle decisioni e, allo stesso tempo, l’assenza di un confronto interno alla coalizione di governo.
Contattato in merito dalla nostra redazione, il presidente ad interim Alessandro Piana si è detto “a disposizione per quelle che considero richieste pertinenti da parte dei partiti e auspico che possano avvenire  a breve e anche con cadenzata periodicità”.
C'è consapevolezza di un ulteriore clima collaborativo e di stimolo che può riscontrarsi fattivamente nella maggioranza e che ha portato allo sviluppo di diverse tematiche - ha aggiunto Piana - di ottimi risultati direzionali ed economici,  come dimostra l'attività in essere e come si può constatare nei risultati quotidianamente raggiunti”.

Utile sarebbe stato il confronto tra Giovanni Toti e Matteo Salvini, ma il secondo arresto ha fatto saltare il tavolo. Dopo la notifica della seconda misura cautelare, il vertice politico nella casa di Ameglia è stato in dubbio per diverse ore per poi essere definitivamente rinviato. Impossibile sapere se di qualche ora o se sarà una questione di giorni. Anche perché soggetto a una nuova autorizzazione da parte della Gip Paola Faggioni. Stessa cosa per l’incontro con Marco Scajola, inizialmente in calendario per sabato mattina.

Intanto il centrosinistra, con addosso la veste del ‘campo largo’, ha iniziato nella propria azione di disturbo partendo dalla piazza. La manifestazione sotto la sede di Regione Liguria ha visto la nervosa reazione della Lista Toti che, per voce della coordinatrice regionale Ilaria Cavo e del capogruppo in Regione, Alessandro Bozzano, ha parlato di una opposizione “pronta solo a spazzare via ogni principio di garantismo, di presunzione di innocenza e di democrazia” per poi ironizzare sulle presenze: “Il centrosinistra scende in piazza per riempire solo la parte all’ombra di De Ferrari: non valeva la pena evidentemente soffrire un po’ di caldo per riconsegnare la Liguria a chi vuole riportarla indietro di 20 anni”.

Pietro Zampedroni

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