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Cronaca | 05 luglio 2024, 09:02

Sanremo e la protesta in carcere, Pagani (Uilpa): "Controllo prigioni in mano alla criminalità, dov'è il governo?"

"Tutto ciò mentre il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni si mostrano affetti da annuncite cronica non riuscendo, o non volendo, produrre niente di significativo"

Sanremo e la protesta in carcere, Pagani (Uilpa): "Controllo prigioni in mano alla criminalità, dov'è il governo?"

Nel pomeriggio di ieri alcuni detenuti del carcere di Sanremo, per protestare nei confronti dell’Area Sanitaria, dopo che uno di loro pretendeva la somministrazione di una flebo (non prescritta), hanno occupato l’intero reparto (la terza sezione con 50 detenuti presenti), costringendo l’unico agente a lasciare il piano e con spranghe di ferro, bastoni, hanno distrutto tutto, minacciando chiunque provasse ad entrare.

"Uno scenario infernale è apparso agli occhi degli agenti e solo dopo ore di trattativa, la Polizia penitenziaria con tanta fatica è riuscita a ripristinare l’ordine e la sicurezza”. Lo ha detto Fabio Pagani, Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Quanto accaduto - prosegue - se confermato secondo la ricostruzione che ci è pervenuta, acclara che di fatto il controllo delle carceri è in mano alla criminalità, soprattutto a Sanremo (pessima gestione) e specialmente nella Terza Sezione, che in qualsiasi momento può portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dal diuturno impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia penitenziaria, i quali tuttavia possono davvero poco restando di fatto abbandonati a sé stessi. Mancanti di 18mila unità, sottoposti a turni massacranti, senza un apparato organizzativo degno di tal nome, con scarsissimi e inadeguati equipaggiamenti, stremati nel morale e nell’orgoglio di servitori dello Stato e, per giunta, esposti a procedimenti penali e disciplinari, con repentine sospensioni dal servizio quando, nonostante tutto, cercano a loro esclusivo rischio e pericolo di mantenere l’ordine e la sicurezza”.

“Tutto ciò - conclude Pagani - mentre il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni si mostrano affetti da annuncite cronica non riuscendo, o non volendo, produrre niente di significativo. Eventi come questo dimostrano, peraltro, l’inutilità di qualunque Gruppo d’Intervento Operativo (GIO) se prima non si mette in sicurezza il sistema. Cosa avrebbe fatto il GIO? Prima della repressione, bisogna pensare alla prevenzione e per farlo occorre potenziare gli organici al di là della propaganda di assunzioni che non bastano a coprire il turn over. A normativa vigente, nonostante le assunzioni di cui parla il governo, al 1° gennaio 2025 l’organico della Polizia penitenziaria avrà circa 500 unità in meno rispetto a un anno prima. Questo, sia chiaro, principalmente per il pressapochismo delle maggioranze parlamentari che si sono susseguite almeno negli ultimi 25 anni, ma che l’attuale non sta certo superando con la necessaria rapidità ed efficacia. Serve immediatamente deflazionare la densità detentiva, rimpinguare il numero degli agenti di Polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria. Il carcere è ormai una pentola a pressione pronta a esplodere”.

Redazione

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