Oltre alle elezioni amministrative, oggi e domani si vota anche per il Parlamento europeo, e sono chiamati al voto anche tutti gli aventi diritto della nostra provincia.
Per queste elezioni sono invitate a esprimersi 180.829 elettori, suddivisi in 93.189 donne e 87.640 uomini, dei quali 19.697 residenti all’estero (10.481 uomini - 9216 donne). Sono invece 862 i diciottenni che per la prima volta possono esprimere la propria preferenza (438 ragazzi e 424 ragazze).
Diversi i candidati liguri per una poltrona a Strasburgo, tra cui Lucia Artusi, ex assessore all’Ambiente del Comune di Sanremo, che corre per il Partito democratico.
Nelle liste elettorali in corsa per il Pd troviamo l’europarlamentare uscente Brando Benifei di La Spezia e la consigliera comunale di Genova Donatella Alfonso.
Altri legati al centrosinistra e sinistra sono la segretaria provinciale di Sinistra Italiana Genova Simona Cosso per Alleanza Verdi Sinistra e la consigliera comunale di Genova Cristina Lodi per Azione. Con Stati Uniti d’Europa (+Europa e Italia Viva) si candida Raffaella Paita, già assessora regionale e deputata ora senatrice.
Fratelli d’Italia presenta Stefano Balleari, già vicesindaco di Genova, attualmente consigliere regionale, e Antonella Tosi, ex presidente di Fidapa Albenga.
Tra i liguri anche l’ex sottosegretario di Stato al Ministero della salute e già consigliere regionale Andrea Costa, candidato per Forza Italia, Francesco Bruzzone, già consigliere regionale e parlamentare, e il generale Roberto Vannacci, nato alla Spezia, questi ultimi candidati con la Lega. Infine l’avvocato genovese Marco Mori, già esponente di Casapound, è candidato con Libertà di Cateno De Luca.
Per votare bisogna aver compiuto 18 anni. Si va alle urne per eleggere 76 membri del Parlamento europeo.
Ai sensi della legge elettorale europea, tutti i paesi membri devono usare un sistema elettorale proporzionale. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti. L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza.
Per poter esercitare il diritto di voto presso l'ufficio elettorale di sezione nelle cui liste si risulta iscritti, si dovranno esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale. Si vota mettendo una X sul simbolo della lista che si vuole votare, con la matita copiativa fornita dal seggio elettorale.
Ci si può limitare a segnare il simbolo della lista, oppure si possono indicare anche preferenze sui candidati e le candidate di quella specifica lista. Si possono esprimere da una a un massimo di tre preferenze. Per farlo basta scrivere il nome e il cognome (o solo il cognome) della persona o delle persone sulle righe di fianco al simbolo.
Sulle preferenze ci sono due regole. La prima è rispettare la rappresentanza di genere: se se ne indica più di una, non si possono scrivere i nomi di sole donne o di soli uomini, ma almeno una deve essere di genere diverso dalle altre persone indicate. In caso contrario verrà considerata valida solo la prima preferenza. La seconda regola è che non è possibile il voto disgiunto: significa che i candidati e le candidate per cui si esprime una preferenza devono far parte della stessa lista votata.