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Politica | 04 giugno 2024, 11:11

Mozione di sfiducia a Toti, in consiglio regionale le sue parole in una lettera: “Odiate i progetti in quanto unità di misura della vostra incapacità”

L’atteso messaggio è stato letto dal consigliere Bozzano: “Odiate ciò che testimonia la vostra mediocrità e incompetenza”

Il consiglio regionale

Il consiglio regionale

La seduta di consiglio regionale più attesa dal 7 maggio, giorno dell’arresto del presidente Giovanni Toti con le accuse di corruzione e falso, si è aperta con le parole di Luca Garibaldi che, senza tanti giri di parole, ha definito la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni come “un atto politico necessario”.
Siamo di fronte a un centrodestra che ha perso la capacità di gestione - ha proseguito Garibaldi - l’inchiesta che ha decapitato l’amministrazione regionale non è un fulmine a ciel sereno, ma è l’esito di un fallimento politico. La vostra narrazione è implosa, il centrodestra ha fallito politicamente. Esiste un processo di degenerazione politica e di etica pubblica che ha condizionato la gestione di questi anni. Siete l’espressione più evidente di un potere senza politica. Avete consumato questa regione mettendo in disparte chi la vive. Il vostro fallimento politico è pieno e incondizionato. Si è arrivato al grado più basso dell’etica pubblica. Penso che voi dobbiate andarvene, non siete in grado di fare niente di buono per questa regione. Bisogna ridare la parola ai liguri”.

Poi spazio all’atteso messaggio del presidente Giovanni Toti, arrivato in consiglio per voce di Alessandro Bozzano: “Siamo di fronte a un centrodestra che ha perso la capacità di gestione - ha proseguito Garibaldi - l’inchiesta che ha decapitato l’amministrazione regionale non è un fulmine a ciel sereno, ma è l’esito di un fallimento politico. La vostra narrazione è implosa, il centrodestra ha fallito politicamente. Esiste un processo di degenerazione politica e di etica pubblica che ha condizionato la gestione di questi anni. Siete l’espressione più evidente di un potere senza politica. Avete consumato questa regione mettendo in disparte chi la vive. Il vostro fallimento politico è pieno e incondizionato. Si è arrivato al grado più basso dell’etica pubblica. Penso che voi dobbiate andarvene, non siete in grado di fare niente di buono per questa regione. Bisogna ridare la parola ai liguri”.

Poi spazio all’atteso messaggio del presidente Giovanni Toti, arrivato in consiglio per voce di Alessandro Bozzano: “Con una miopia politica con rari precedenti, oggi, con questa mozione di sfiducia, le opposizioni tentano una spallata politica che non solo non riuscirà nei numeri, ma conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la loro inadeguatezza a guidare questa regione. Dopo un decennio di costanti sconfitte, politiche ed elettorali, la stessa classe dirigente della sinistra, che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie ad una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po' del terreno perduto. Lo fa sfruttando l'eco di una inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno senza condanne. Infatti, non diremo una parola su questa, neppure quello che potrei dire, imitando le opposizioni, sulle ombre lunghe che riguardano il Partito Democratico. Una mozione presentata di fretta, non sia mai che tutto si sgonfi”. 

Secondo il governatore: “qui sta il primo sintomo di debolezza politica. Perché nella vostra mozione non c'è nulla di politico, anzi, c'è il contrario. C'è una politica che anziché difendere le proprie prerogative, autonome e parallele a quelle degli altri poteri dello Stato, se ne fa megafono o ruota di scorta, nella speranza di raccogliere qualche briciola. Che delusione, per gli eredi di una tradizione che della centralità della politica aveva fatto la propria stella polare, ritrovarsi oggi a balbettare e ripetere quanto letto sui giornali circa un’inchiesta ancora tutta da verificare. Ci saremmo aspettati, anche da parte vostra, una orgogliosa volontà di portare avanti un mandato popolare, che pure anche voi per sedere qui avete ricevuto - sottolinea Toti nella lettera - ha purtroppo prevalso la volontà di screditare il vostro ruolo e quello del consiglio di cui fate parte, chiamato da voi ad un dibattito pregiudiziale che anticipa le stesse rilevanze istruttorie. Avete deciso di continuare sulla strada di una politica con la ‘p’ minuscola, subalterna, pur di approfittare di questo presunto momento di debolezza, cercando di raggiungere un obiettivo che non ritenete raggiungibile con le vostre capacità e la vostra credibilità”. 

“Non vi preoccupate, anche oggi, come facciamo ormai da nove anni, siamo qui per rimediare alle vostre incapacità, oggi più palesi che mai, di confrontarvi sui temi e sui progetti, non sui pregiudizi. E anche oggi - prosegue Toti - vi dimostreremo che siamo in grado di assumerci, davanti agli elettori, le responsabilità che voi non siete stati in grado di fare proprie, e ci assumeremo le nostre responsabilità grazie all'impegno di questa maggioranza, della giunta e in particolare del presidente ad interim Alessandro Piana, a cui va la mia grande riconoscenza per come sta portando avanti con grande impegno il grande lavoro iniziato insieme tanti anni fa”.

“La vostra Liguria - prosegue il governatore nella lettera, rivolgendosi alle opposizioni - era una entità geografica, non una realtà amministrativa. La vostra Liguria era una terra in ombra, felice di stare un passo indietro, nella speranza che scomparendo dalla mappa della politica scomparisse anche la mediocrità della sua classe dirigente. La vostra Liguria era una Regione in cui l'ambizione era una colpa, il merito qualcosa da nascondere, per evitare spiacevoli confronti, l'appiattimento una virtù, l'impresa privata non una risorsa, ma un simbolo di egoismo, oddio, forse non proprio tutte. Una Liguria dove ‘voler fare’ era un peccato, l'inconcludente dibattito in sezione un surrogato del dovere di scegliere. Oggi la Liguria è qualcosa di altro e lo rivendichiamo con maggiore orgoglio che mai. Oggi la Liguria è un modello di capacità di scelta, di attrazione degli investimenti, di velocità di realizzazione”.

“Ci siamo chiesti il perché del vostro odio verso ogni infrastruttura che stiamo realizzando, verso ogni progetto che si sta costruendo - prosegue Toti nella missiva letta dal consigliere di maggioranza - anche quelli che pure voi in altri tempi avreste voluto. Ci siamo chiesti perché il vostro tifo sfegatato per ogni inciampo, per ogni bizantinismo che possa rallentare qualcosa che pure sapete che serve, per ogni esposto, comitato, per ogni no di qualsiasi tipo. Pure quelle stesse opere che altrove, a Roma, avete approvato, qui non riuscite a farle vostre”. 

“Oggi, con la vostra mozione arruffata e confusa, che mette tutto insieme, anche questo odio si comprende meglio: voi non odiate le opere e i progetti in quanto tali, voi li odiate in quanto unità di misura della vostra incapacità, passata e presente. Voi odiate quello che ricorda, e soprattutto ricorda agli elettori, la vostra mediocrità e inconcludenza. Odiate ciò che testimonia la vostra incapacità di scegliere e agire. Odiate cioè tutto ciò che richiama la vostra incapacità, che distingue la vostra impreparazione al Governo da chi invece sa assumersi questa responsabilità. Voi volete distruggere il ‘modello Liguria’ che in questi anni, con la orgogliosa reazione al crollo del Morandi è stato costruito. Anzi, volete che qualcos’altro lo distrugga per voi, mentre voi fate il tifo dagli spalti, senza neppure il coraggio di scendere in campo. Ve lo dico ora e per il futuro, non esistono carte bollate di un tribunale che possano surrogare la vostra insipienza e il vostro opportunismo. Cari amici delle opposizioni, oggi non solo perderete nel voto di questa mozione, ma ancor prima avete perso il senso del vostro ruolo e credendo di sottolineare una nostra debolezza, non vi siete resi conto di aver mostrato invece tutta la vostra. Per questo, oltre la mozione, continuerete a perdere anche le elezioni", conclude Toti”.

Si è poi scatenato l’acceso faccia a faccia tra opposizione e maggioranza, aperto da Ferruccio Sansa: “Provo pena, qui non discutiamo di Toti o del totismo, si discute qualcosa di molto più grande. Toti, da accusato, si è fatto vittima e martire. Il suo è un modo di ragionare che sovverte. La corruzione rende il nostro sistema inefficace. Un potere in cui le istituzioni sono state distorte per fare l’interesse di pochi e non di tutti. Chiamarsi fuori non è possibile, o sì o no. Voi da che parte state?”.

Attimi di tensione in aula quando dai banchi della maggioranza Stefano Mai ha fatto riferimento al pubblico rievocando le “truppe cammellate” che già una settimana fa avevano portato a vibranti proteste in aula. Poi l’inevitabile botta e risposta tra maggioranza e opposizione, tra richieste di elezioni anticipate e l’annuncio (scontato) della bocciatura di una mozione nata più come gesto simbolico che come reale tentativo di far cadere l’amministrazione regionale.

In aggiornamento

Pietro Zampedroni

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