Un confronto perlomeno costruttivo. Questa la sensazione con la quale i vari floricoltori sono usciti dal Floriseum al termine del dibattito tra i sei candidati sindaci di Sanremo organizzato dalla Cia - Agricoltori Italiani Imperia. Un botta e risposta sul futuro del mercato, la promozione del fiore della città matuziana e il sostegno alla ricerca. Ad aprire l’evento ci ha pensato Mariangela Cattaneo, presidente di Cia Imperia. Presenti ovviamente Roberto Danieli, Fulvio Fellegara, Alessandro Mager, Erica Martini, Giovanni Rolando e Roberto Rizzo.
Un confronto che ha visto i vari candidati concordare sui tre macro temi, in particolare sulla valorizzazione della struttura dove si tiene il mercato dei fiori e sulla valorizzazione del prodotto, in modo da renderlo al pari del Festival della canzone italiana. Essere riconosciuti in tutto il mondo per i fiori è l’obiettivo dei sei candidati, i quali vorrebbero aprire la città sempre di più al turismo di settore. Candidati, inoltre, che accolgono la proposta della Cia di istituire un assessorato dedicato alla floricoltura. Le dichiarazioni sono in ordine di apparizione.
Roberto Danieli: “Il prossimo sindaco deve capire cosa fare del mercato. Io ad oggi non mi sento di chiamarlo mercato. Ci sono palestre, ci sono scuole e poi c’è una parte, piccola, del mercato. Bisogna scegliere cosa fare della struttura. Ai tempi è costata 90 miliardi di vecchie lire, quindi non poco. Ora è fatiscente ed è sporca. Bisogna capire cosa farne. Io già a febbraio 2023 avevo posto problemi riguardo alla viabilità. Per quanto riguarda la promozione del fiore bisogna mettersi d’accordo con gli operatori del settore. La politica deve uscire dalla gestione del mercato dei fiori, che dev'essere gestito da uno del settore e che quindi sappia cos’è il prodotto e come promuoverlo. Sanremo, ricordo, era la città dei fiori. Oggi sul palco del Festival non portiamo niente o portiamo quelli olandesi. C’è qualcosa che non torna. Torniamo ai fiori di Sanremo. Anche alla produzione. Una riorganizzazione del mercato credo sia necessaria, come aumentare la produzione. La prossima amministrazione deve ricordarsi che Sanremo è, o forse era, la città dei fiori”.
Fulvio Fellegara: “Noi abbiamo in mente un investimento strutturale, in quanto la struttura è vetusta. C’è bisogno di scorporare le aree produttive con quelle dove si fa sport e dove si va a scuola. Dobbiamo liberare gli spazi del plateatico e mettere i nostri ragazzi in spazi pratici. Lo spazio per la floricoltura può essere alloggiato al piano terra, che sarebbe più grande rispetto a quello di oggi e permetterebbe di tenere separati gli ambienti. C’è bisogno di una forte interlocuzione con i rappresentanti del settore. Ci vuole un tavolo permanente con le associazioni. Io penso che debbano essere gli operatori a dare delle indicazioni ai politici. Questo è importante. Serve qualcuno che possa portare un dialogo costante. Sullo sviluppo del fiore? E’ uno degli elementi più importanti di Sanremo. La promozione fa bene a tutti. Le due manifestazioni (Festival di Sanremo e i carri fioriti) servono per promuovere la città in tutto il mondo. I fiori presenti sul palco erano quelli di Sanremo, ma bisogna migliorare”.
Alessandro Mager: “Nonostante io sia contrapposto a Fellegara (ride, ndr), sono d’accordo con quanto ha detto Fulvio. Amaie Energie gestirà il mercato dei fiori fino al 2056. La ragione di una concessione così ampia, è evidente: ci vuole tempo per poter fare degli investimenti. Io conosco la convenzione, molto articolata che regola rapporti tra Comune e azienda. Non si parla di interlocuzione a tre e quindi con coloro che operano nel mercato. Questo non va bene e occorrerà rimediare a questa pecca. Cosa dice questa convenzione? La manutenzione ordinaria compete solo all’azienda. Possiamo dire che l’azienda stia rispettando la convenzione? Direi di no. Le lacune nella gestione del mercato, sotto diversi profili, tra cui quello della sicurezza, sono evidenti. Allora il Comune, anche a tutela della posizione propria, ha previsto un Comitato Tecnico, dialettico, con Amaie Energie. In questa sede vanno prese decisioni anche in vista di manutenzione straordinaria. Occorrerà, quindi, che anche gli interventi di straordinaria manutenzione vengano fatti dall’azienda, visto che ricava utili. Questo per quanto riguarda il mercato. A livello contrattuale ci sono tutte le condizioni per far sì che gli operatori possano lavorare tranquillamente, questo però non accade. La convenzione prevede una serie di interventi progressivi, tra questi è previsto lo spostamento del plateatico al piano inferiore. Questo dovrebbe migliorare la situazione complessiva. D’accordo all’istituzione dell’Assessorato sul fiore, bisogna adoperarsi affinché venga sfruttato il brand”.
Erica Martini: “Il mercato dei fiori è una cattedrale nel deserto. Ci sono tanti spazi, usati male e poco utilizzati. Al suo interno c’è un centro per l’impiego, bruttino e fatiscente. Sicuramente è da rivedere questo edificio e tutto ciò che ne concerne. Tra l’altro è stato adibito per altre cose. Sanremo è conosciuta per la città della musica e del fiore. Per quanto riguarda il fiore abbiamo solo i carri fioriti, altre cose sono state fatte ma non strutturate e continuative sul territorio. Io direi di istituire un’etichettatura d’origine, che sancirebbe il prodotto non solo italiano ma anche sanremese. Bisogna tornare ai fasti di un tempo per quanto riguardo i fiori. La floricoltura non sta andando alla fine, sono 20mila le persone che lavorano grazie ai fiori di Sanremo. Ci vuole un marketing adeguato, percorsi turistici ed eventi. Io ho parlato con i giovani e molti stanno richiedendo le serre ma non trovano spazi adatti”.
Roberto Rizzo: “Io non sono un mago. Ci sono problemi che vanno avanti da 40-50 anni, ci proverò a risolverli. Mi piacerebbe migliorare i tavoli già presenti. Io credo che un confronto diretto con tutte le organizzazioni sia la soluzione migliore. Molti floricoltori sono scappati dal palazzo del mercato dei fiori vecchio e sono andati a fare un mercato all’araba e si sono aperti delle cooperative. Purtroppo il floricoltore deve lavorare, non ha esperienza da riversare su vendita e pagamenti. Ho avuto un confronto diretto con loro e mi hanno detto che il mercato adesso funziona, seppur c’è ancora qualcosa da migliorare. Qualsiasi candidato sindaco dovrebbe sedersi al tavolo. Se si va allo scontro non se ne esce più. Bisogna ripartire. Bisogna fare tutti quanti il nostro meglio per riportarlo ai fasti di un tempo. In questo momento non si capisce da che parte bisogna entrare, parcheggiare, ci sono le scuole e le palestre. Bisogna valorizzarlo, speriamo che con gli investimenti possa migliorare. Concordo sul fatto che dev’esserci un assessorato”.
Giovanni Rolando: “Non si può trasformare una struttura nata per la floricultura a un istituto scolastico o in un impianto sportivo. L’unica scelta è quella di spostare la floricoltura al piano di sotto, con conseguente accesso per i camion al piano inferiore mentre al piano alto, con accessi separati, la zona destinata alla scuola e lo sport. Poi, il mercato non funziona come deve funzionare. Le condizioni di lavoro al suo interno non sono agibili. Bisogna intervenire subito con interventi di manutenzione straordinaria eccezionali. Inoltre è importante dire che ad oggi c’è stato un investimento da 3,4mln per il mercato dei fiori, voluto dal ministro Lollobrigida. Questo per ribadire quanto sia importante la politica nazionale. Per quanto riguarda la promozione, credo sia fondamentale per l’agricoltura. Noi ci dimentichiamo che siamo la città dei fiori e della canzone. Non è vero che la floricoltura si trova in piena crisi: ci sono 2mila aziende nel settore. Bisogna incentivare e aiutare i professionisti. Abbiamo delle eccellenze che non abbiamo pubblicizzato negli anni. I fiori devono essere in tutti i nostri programmi turistici. Sui carri fioriti trovo sbagliato la durata: non solo un giorno, ma almeno una settimana. Assessorato alla floricoltura? Assolutamente sì”.