Sta facendo molto discutere la decisione del Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, in relazione alla musica nelle chiese. Il Vescovo, infatti, ha deciso che, fino alla Solennità di Pentecoste del prossimo anno (8 giugno 2025), venga attivato in ogni comunità parrocchiale un percorso di formazione teorica e pratica inerente alla musica sacra per la liturgia. In particolare viene chiesta conoscenza e adeguamento al repertorio nazionale dei canti per la liturgia ma anche l’uso di strumenti musicali diversi dall'organo.
La Conferenza Episcopale Italiana, infatti, ha chiesto a tutti i Vescovi che, nel corso delle funzioni, si usi preferibilmente l'organo a canne o, con il consenso dell’Ordinario e sentita la Commissione di liturgia e musica, anche altri strumenti che siano adatti all'uso sacro o che vi si possano adattare. Non potrà essere utilizzata la musica registrata, sia strumentale che vocale, durante le celebrazioni, ma solo al di fuori per la preparazione dell’assemblea.
Mons. Suetta ha così affidato, al Servizio Diocesano per la Musica Sacra e al Dipartimento di Musica Sacra, il compito di organizzare corsi di formazione diocesani e vicariali, censire i gruppi corali parrocchiali, incontrare i principali gruppi corali al fine di fornire indicazioni operative e accompagnare il percorso formativo, interagendo soprattutto con i singoli direttori e/o responsabili di coro e con i singoli musicisti.
Il Vescovo ha commentato così le missive di alcuni nostri lettori: “Sono costruite ad arte, perché o non hanno letto il documento o non l’hanno compreso. Nel decreto – ha detto Suetta - volutamente ho scritto i riferimenti per esteso e se hanno dei dubbi possono controllarli alla fonte. Non ho fatto altro che riportare i documenti della chiesa universale e ho predisposto un anno di tempo in cui si offrono dei percorsi di formazione. Non ho assolutamente detto che non si può più cantare in chiesa ma ho richiamato le norme e come le vogliamo applicarle, tra l’altro offrendo un percorso formativo. Situazione identica per gli strumenti musicali che possono o non possono suonare. Sicuramente lo possono fare insieme all’organo e definirlo di volta in volta”.
Gli scopi del percorso formativo sono: sostenere la crescita delle conoscenze e delle qualità musico-liturgiche dei gruppi corali e dei gruppi musicali, promuovere l'adeguamento dei canti per le celebrazioni liturgiche in Diocesi al repertorio nazionale, procedere alla composizione di un repertorio diocesano di canti per la liturgia, avendo raccolto proposte dalle varie esperienze di gruppi corali e di animazione liturgica presenti sul territorio.
Nel provvedimento il Vescovo intende regolare anche l'uso di strumenti musicali diversi dall'organo, che dovranno essere impiegati esclusivamente in aggiunta all'organo e mai in sostituzione, salvo casi particolari previsti dalla normativa universale e particolare, o autorizzati di volta in volta preventivamente e motivatamente dall'Ordinario diocesano.
La decisione è stata presa in quanto, dalla prossima Pentecoste (giugno 2025) e al termine del percorso formativo teorico e pratico, le indicazioni operative diverranno ‘norma diocesana’. Tra l’altro, alle indicazioni fornite dal Vescovo, dovranno attenersi fin da subito (in ragione della loro funzione esemplare in Diocesi), le Parrocchia N.S. Assunta (Cattedrale) di Ventimiglia, la Basilica di San Siro (Concattedrale) di Sanremo e il Seminario Diocesano ‘Pio XI’, sempre nella città dei fiori.
Per i canti fanno eccezione, limitatamente alle celebrazioni particolari di associazioni, gruppi e movimenti, i repertori specifici approvati dalla Santa Sede o dalla Conferenza Episcopale Italiana. Per gli strumenti musicali diversi dall'organo e utilizzati senza lo stesso, saranno previste eccezioni per occasioni particolari (gite, campi scuola ed altro).
“Confido che le indicazioni vengano accolte con sapiente docilità – ha detto Mons. Suetta - avendo come fine proprio la dignità della celebrazione dei divini misteri. La grande responsabilità di chi svolge un servizio ministeriale nel canto o nella musica impone di considerare come la bellezza e la solennità della liturgia, oltre ad essere lode a Dio, costituiscano il primo e più efficace contesto di evangelizzazione e che, secondo l'antico adagio ‘lex orandi lex crederteli’, l'attenzione e la cura dedicate al canto sacro concorrono a custodire e a trasmettere integro il patrimonio della fede”.