Stesso posto, stesso schema, più o meno lo stesso copione. A distanza di due settimane i due principali contendenti alla corsa amministrativa dell’8 e 9 giugno si sono sfidati sullo stesso terreno, quel Teatro Ariston che nel 2019 spianò la strada ad Alberto Biancheri verso la sua riconferma alla guida di Palazzo Bellevue.
Prima Gianni Rolando (centrodestra) il 5 maggio, poi Alessandro Mager (civico) il 19 dello stesso mese. Un format simile, anche se con tempi diversi (Rolando ha superato le due ore, Mager è stato dentro l’ora e mezza). In entrambi i casi si sono visti balletti (e in molti si sono chiesti il perché), i nomi dei quartieri, prima in versione magliette danzanti e poi diventati striscioni a mo’ di stadio, e la presentazione delle liste un po’ come l’annuncio delle formazioni prima della partita. La coalizione del centrodestra, inoltre, ha portato a Sanremo anche alcuni rappresentanti regionali e nazionali dei partiti di governo, facendo anche parlare un portavoce per ogni lista: alcuni hanno lasciato il segno, altri meno. La squadra civica, per contro, ha optato per un’operazione più minimale, dando la parola al solo candidato sindaco. Un doppio spettacolo dal sapore vagamente statunitense, almeno nelle intenzioni, dove però l’elemento di show ha rischiato di sovrastare i protagonisti annunciati: i candidati sindaco e le loro liste.
I candidati sindaco, appunto. Diversi nei programmi e nell’approccio alla cosa pubblica, ma accomunati da una scarsa propensione per il palco: nessuno dei due è uno showman nato, va detto. Tanto che chiamare l’applauso non sempre è stato facile e i loro interventi hanno risvegliato il pubblico solamente con le più o meno velate frecciate nei confronti degli avversari. I rispettivi programmi, invece, non hanno suscitato reazioni memorabili se non qualche ovazione nei passaggi più delicati come la raccolta rifiuti o le buche per strada.
Il tutto in una spasmodica ricerca del sold out che non c’è. Nessuno dei due ha riempito l’Ariston sino all’ultimo posto, in entrambi i casi qualche seggiolino libero si è visto sia in platea che in galleria. Rolando e Mager hanno sì riempito il teatro, ma nessuno arrivato a esaurire tutti i posti. La squadra Rolando ha sbandierato la presenza di 2.000 persone, mentre Mager dal palco ha riportato in auge un mantra festivaliero che sembrava esclusiva della Rai: “L’Ariston è troppo piccolo per noi”.
Un pareggio netto, quindi? Il segno X sembra il verdetto più equilibrato per due proposte estremamente diverse nei contenuti ma molto simili nella forma.