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Politica | 10 maggio 2024, 19:30

Corruzione in Liguria, attese e incognite tra il palazzo di giustizia e il palazzo del potere

Mentre in tribunale si scrive una nuova pagina della vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo il presidente Giovanni Toti, in via Fieschi l’attività amministrativa va avanti al grido di “c’è una Regione da portare avanti”

Corruzione in Liguria, attese e incognite tra il palazzo di giustizia e il palazzo del potere

Da una parte l’attesa per l’interrogatorio del presidente Giovanni Toti, dall’altra l’attività amministrativa che va avanti perché martedì c’è un consiglio regionale e c’è una Regione da portare avanti. Da una parte la curiosità di sapere quali saranno le mosse del governatore ai domiciliari da martedì accusato di corruzione, dall’altra un richiamo all’unità, al senso di squadra e al desiderio di non fermarsi in attesa di sapere che cosa succederà sul piano politico.

La giornata più attesa in questo nuovo e inaspettato capitolo della storia ligure ha visto il mondo politico e mediatico spaccarsi tra due palazzi divisi da qualche centinaio di metri nel cuore di Genova: in tribunale il silenzio di Toti, in via Fieschi la giunta che si riunisce per discutere pratiche tecniche. Almeno così dicono fonti interne all’amministrazione, anche se pare davvero difficile ipotizzare che il tema del momento non sia mai stato toccato nella riunione in programma oggi pomeriggio.

La squadra Toti, orfana del suo capitano, porta avanti il proprio lavoro in un clima di condivisione dei compiti e collaborazione tra i vari assessori che adesso dovranno spartirsi le deleghe. Non c’è stata ridistribuzione e, stando a quanto trapela, pare che non ci sarà. Ufficialmente quelle che erano in capo al presidente sono passate al suo vice, Alessandro Piana. E poi, caso per caso, gli altri membri della giunta si stanno facendo carico delle pratiche in modo da non lasciare l’intera incombenza sulle spalle del presidente pro tempore. Anche se, va detto, tra le parole, dietro le frasi di circostanza, è impossibile non notare qualche accenno di nervosismo e qualche risposta piccata che sa di nervi tesi. D’altronde non deve essere semplice portare avanti una macchina così complessa ascoltando sullo sfondo la trama di un caso che sta occupando da giorni le prime pagine di tutta Italia.

Il tutto in attesa di sapere che cosa deciderà di fare il presidente, se opterà per il passo indietro o se proverà a tenere il timone nella tempesta. Il suo avvocato Stefano Savi, all’uscita dal tribunale, ha riferito che Toti “ci sta pensando”, il che porta a pensare che le dimissioni non siano poi un’ipotesi così remota. Mentre dall’altra parte, in via Fieschi, a poche centinaia di metri dal palazzo di giustizia, quella parola sembra essere tabù e tutto va avanti nel nome della continuità al grido di “c’è una Regione da portare avanti”.
Sarà il tempo (o, molto più semplicemente, lo saranno i prossimi sviluppi) a dire se sia o meno l’effetto orchestrina del Titanic già evocata nelle ultime ora quando tutto sembrava prossimo al naufragio.

Pietro Zampedroni

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