“Ieri sono stato a visitare l'ospedale di Bordighera. Quello che era una struttura pubblica e dal 18 gennaio è diventata privata. È stato un viaggio istruttivo nella nuova sanità della giunta Toti. Un viaggio, anche, nel modello di assistenza sanitaria creato dal centrodestra”.
Sono le parole di Ferruccio Sansa, Consigliere regionale di opposizione, che ha fatto visita all’ospedale della città delle palme. “La prima scoperta: le professioni mediche pubbliche rischiano di non esistere più. E i compensi sono destinati a esplodere. Nove medici su dieci sono liberi professionisti: 44 su circa 50. Con un compenso che va da 108 a 129 euro l'ora. A Bordighera la metà di infermieri e Oss sono ancora dipendenti della Asl. Ma la restante metà è dipendente della società Gvm che gestisce l'ospedale, oppure sono liberi professionisti”.
“Ma la vera rivoluzione – va avanti Sansa - riguarda i medici: 9 su 10 sono liberi professionisti. Come vengono arruolati? Al posto dei concorsi pubblici la selezione avviene attraverso un colloquio. Una procedura molto più agile, sostiene qualcuno. Ma certo anche una valutazione meno controllabile. Per i sostenitori della liberalizzazione della sanità i privati hanno come unico punto di riferimento la qualità dei medici. Io temo invece che la selezione, in una sanità che ha come stella polare anche bilanci e profitti, possa portare a scegliere medici meno esperti. E meno costosi. Certo qualcosa non funziona. A Bordighera, come negli altri ospedali lontani da Genova, il sistema sanitario ligure non riesce a reclutare medici. E anche i pazienti emigrano in Piemonte e Lombardia, con costi enormi per i bilanci della Regione. ‘Quando facciamo concorsi non si presenta nessuno’, ti senti raccontare. ‘Non ci sono sanitari interessati a venire qui, nonostante la bellezza della Liguria. Affittare una casa può costare più che a Milano’. Risultato: per riuscire a richiamare un medico occorre offrire fino a 129 euro l'ora".
“Già – termina Sansa - nessuno è riuscito a stabilire regole efficaci per arruolare un numero adeguato di medici. Per rendere appetibili specialità ormai deserte e ospedali decentrati. Risultato: il costo del lavoro è letteralmente esploso e questo è il futuro della sanità italiana. Gli ospedali pubblici, ovviamente, offrendo retribuzioni decisamente inferiori, rischiano di essere spazzati via”.