Attualità - 09 aprile 2024, 09:31

Made in Italy sotto attacco, anche la Coldiretti Liguria la fianco degli agricoltori del Brennero

Obiettivo della mobilitazione è quello di difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano

Oltre 8 italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixé diffusa al Brennero dove Coldiretti Liguria è presente con centinaia di agricoltori, giovani imprenditori e dirigenti insieme ai Presidenti e Direttori della delegazione. Obiettivo della mobilitazione è quello di difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano. Inoltre, inizia la raccolta che punta a un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani. Si chiede dunque di estendere l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.

“Puntiamo a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale”, commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente e Direttore di Coldiretti Liguria. “Abbiamo appena aperto un camion dall’Olanda che trasportava tulipani. Come Liguria, regina del settore floricolo in Italia, non possiamo accettare la non trasparenza di questo e degli altri mercati che appartengono al settore agroalimentare italiano.”

Al Brennero, oggi e domani oltre diecimila agricoltori sono giunti apposta alla frontiera. Vengono da tutta Italia e sono accompagnati dai Presidenti e Direttori delle delegazioni, oltre che dal Presidente Nazionale Ettore Prandini. “Grazie alle operazioni delle forze dell’ordine stiamo vedendo verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti in quella che rappresenta una vera e propria invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare”, proseguono Boeri e Rivarossa.

“Cosa chiediamo? Maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. Solo oggi abbiamo aperto camion e tir che contenevano uva proveniente dall’India, che passa dalla Germania e raggiunge un supermercato pugliese. Ma non solo: prodotti caseari tedeschi che raggiungono la Puglia o la Campania; cassette di avocado dal Brasile, prosciutti che vengono poi spacciati per italiani, pere straniere che riempiono gli scaffali dei supermercati mentre i nostri agricoltori sono costretti a buttare le loro perché il mercato è saturo e i prezzi ammazzano letteralmente il mercato del Made in Italy.

“L’agroalimentare è il fiore all’occhiello d’Italia: quello che conta per noi è la trasparenza. Finché non ci sarà una normativa che obbliga alla provenienza dei prodotti noi saremo sempre la coda della catena e a soffrirne sono e saranno sempre più i nostri agricoltori.”

La raccolta di firme serve proprio a far sentire la voce di un intero paese: un di agricoltori e di consumatori che si meritano di essere a conoscenza dei prodotti che acquistano. Le firme verranno raccolte in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli Uffici Coldiretti e la campagna sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

È arrivato il momento di dire basta alla concorrenza sleale, così da poter finalmente fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei.

C.S.