Un giardino-orto bello ma anche commestibile dove germogliano viole, borragine, calendula, dalia, agerato, salvie nasturzio, portulaca e finocchio marino. Sono solo alcuni dei fiori eduli e delle piante aromatiche coltivate in una serra a Castel d'Appio, a Ventimiglia, da Ilaria Positano.
Una giovane laureata di 34 anni che ha deciso di cambiare la sua vita, dopo l'arrivo del Covid, per far rivivere la tradizione floreale locale modernizzandola e recupere sapori antichi ormai dimenticati con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. "Sono laureata in architettura. Ho lavorato per diversi anni all'estero, nelle megalopoli di Shanghai, Pechino e Seoul, in studi di progettazione fino a quando è arrivato il Covid. A quel punto sono tornata a casa da dove lavoravo in smart working e ho avuto modo di ritrovare un contatto con la natura e le mie origini" - racconta Ilaria Positano - "Ho iniziato a seguire progetti relativi al paesaggio qui in zona e tra questi ho accettato di progettare un giardino per il CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Loro hanno studiato tutte le varietà eduli per sviluppare la floricoltura in maniera sostenibile, mi hanno mostrato un catalogo che hanno realizzato con tutti i tipi di fiori eduli e alcuni esempi di ricette che si possono fare utilizzandoli. Mi hanno sempre appassionato i fiori e così ho preso la palla al balzo: ho unito le mie idee di architettura e sostenibilità alle loro ricerche sui fiori eduli e ho iniziato a scrivere un progetto. A me interessavano soprattutto le piante officinali, aromatiche e curative, già presenti nella nostra tradizione culinaria ma che col tempo abbiamo perso. Ho voluto recuperare questa tradizione e trasportarla nel nostro presente con le dovute innovazioni. Ho iniziato come un hobby, una passione che facevo nel tempo libero che alla fine si è trasformata in un lavoro".
Una passione che, in poco tempo, si è trasformata in un lavoro. "I fiori hanno sempre fatto parte della mia vita. I miei genitori, negli anni '90, avevano un’azienda agricola e coltivavano fiori e piante in vaso, come ciclamini e margherite, quando la floricoltura era un lavoro redditizio" - dice Positano - "Poi hanno chiuso l'azienda per problemi legati alla concorrenza estera e tutto è stato un po' abbandonato. Nel periodo del Covid ho ristrutturato un vecchio magazzino-serra dove ho iniziato, quasi per gioco, a coltivare i fiori eduli e le piante aromatiche. Mi ha aiutato molto mio padre, che è agronomo e ha sempre lavorato nella floricoltura come mia madre. Ho preso la loro tradizione e l’ho modernizzata. Le ho ridato nuova vita attraverso i concetti di sostenibilità, floricoltura bio ed edibilità. Nella tradizione culinaria asiatica i fiori commestibili sono molto utilizzati per la loro bellezza e per le loro proprietà e così ho avuto l’idea di iniziare a produrli proprio nella Riviera dei Fiori. Parlando con le persone ho scoperto che in zona nessuno coltivava ancora fiori eduli e così quando hanno saputo che io lo facevo mi hanno chiesto se per caso avevo intenzione di venderli e così un anno e due mesi fa è nata l'azienda 'Fiori di Castel d’Appio' che gestisco con l'aiuto del mio compagno e dei miei genitori".
E' nata così un'azienda agricola a conduzione familiare attenta alla sostenibilità ambientale. "L’idea nasce proprio dalla volontà di dare nuova vita alla floricultura nella Riviera dei Fiori, coltivando in modo naturale, senza usare pesticidi e rispettando la natura, utilizziamo, infatti, solo terreno biologico. Produciamo fiori eduli e piante aromatiche principalmente in serra ma anche su terra, sia su suoli rialzati che sopra bancali che recuperano l'acqua residuale dell'irrigazione. Tutta la nostra produzione è a residuo zero. Coltiviamo più di 40 varietà di fiori eduli e piante aromatiche attuando un lavoro di ricerca sulle varietà commestibili e antiche. Tutto deve essere il più naturale possibile. Alla fine questi fiori verranno mangiati, quindi, non possono essere contaminati da sostanze chimiche" - afferma Ilaria Positano - "Inoltre, limitiamo al massimo l’utilizzo della plastica nel packaging. Produciamo, prepariamo e consegniamo fiori eduli e piante aromatiche a ristoranti, pasticcerie e privati locali appassionati di cucina sana e naturale. C’è, quindi, anche il recupero dei sapori antichi e il gusto della riscoperta visto che le persone non sanno più quali piante si possono mangiare e quali hanno effetti curativi. Ci occupiamo, pure, di organizzare eventi e workshop sulla sostenibilità".
Ilaria Positano ha vinto il premio Oscar Green 2023 nella categoria “Energie per il futuro e sostenibilità” per riuscire a svolgere la propria attività in maniera sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale e per il suo impegno concreto nella transizione ecologica. "Un punto fermo della mia attività è anche l'ottimizzazione dell'uso dell'acqua" - sottolinea - "L'irrigazione avviene tramite un impianto goccia a goccia e l’acqua utilizzata è quella ottenuta attraverso il recupero in vasche delle acque mentre lo scarto di lavorazione viene riutilizzato come compost".
Ilaria ha parlato dei suoi fiori eduli anche in televisione in occasione di Sanremo in Fiore. "Abbiamo portato i nostri fiori a Sanremo e ne abbiamo parlato su Linea Verde in occasione del Corso Fiorito" - svela parlando della puntata che andrà in onda oggi su Rai Uno - "Abbiamo parlato degli effetti benefici dei fiori in cucina".
Tra gli obiettivi futuri Ilaria desidera collaborare con le scuole per proporre attività educative ed ecosostenibili: "Ho comprato un essiccatore professionale perché mi piacerebbe fare tisane e infusi. Vorrei aprire un laboratorio e sto pensando di espandermi coltivando anche terreni limitrofi visto l'alta richiesta dei prodotti" - rivela - "Inoltre, vorrei concentrarmi maggiormente su iniziative didattiche rivolte alle scuole, alle associazioni e ai turisti per far conoscere a tutti l’affascinante mondo della floricoltura e sviluppare progetti riguardanti il giardino commestibile. Vorrei invitare le scuole a visitare la mia azienda e proporre attività educative per i bambini. Alcune scuole me lo hanno già chiesto e mi piacerebbe accontentarle. Sarebbe un'occasione per spiegare alle nuove generazioni gli effetti delle piante e parlare di agricoltura sostenibile".
Una passione-lavoro che le dà molte soddisfazioni e che riesce a portare avanti, in parallelo, con la sua carriera da architetto. "I fiori seguono una stagionalità, quindi, continuo a fare anche l'architetto e ora mi occupo pure di design del giardino" - fa sapere - "Anche nell’attività di design del paesaggio voglio proporre il modello del giardino e orto fiorito. Dall’incontro con Davide Agosto, che lavora nel campo della realizzazione di giardini e dell’agricoltura da più di 25 anni, ho deciso di progettare e creare giardini che siano non solo luoghi ludici e di bellezza ma anche luoghi di produzione di frutta con varietà eduli e piante che hanno scopi curativi e benefici. Ogni volta che realizziamo progetti proponiamo sempre di utilizzare vegetali commestibili e rustiche locali, con particolare attenzione alle specie antiche e con basso consumo idrico. Riesco così a unire la mia passione per l’architettura con quella per la floricoltura".