Dopo i fatti avvenuti a Villa Galeazza, la struttura privata gestita dall’Isah, sono stati diversi i genitori che hanno voluto esprimere la propria solidarietà alla struttura e alla dirigenza.
Dichiara Vincenzo D’Agostino, padre di un'ospite: “Sono davvero esterrefatto, c’è grande rammarico per i ragazzi e per il nome della struttura. Ho piena fiducia negli operatori, ho visto le immagini, ma non sono tutti uguali. Con la dirigenza e gli operatori si è creata come una famiglia. Esprimo tutta la mia solidarietà alla dirigenza della fondazione, ho piena fiducia altrimenti non affiderei loro mia figlia da oltre vent’anni”.
Maria Tedesco, co-tutrice di un ospite della struttura di Dolcedo, aggiunge: “Sono rimasta basita da quanto è emerso. In questi vent’anni, nonostante sia un lavoro pesante e delicato, non ho mai assistito a una reazione inopportuna di qualche operatore. Gli operatori spesso sono costretti a subire anche aggressioni da ragazzi e non li ho visti mai reagire.
Non ci aspettavamo una cosa del genere, in tanti anni non è mai successo niente di simile, in più tutti sanno che ci sono le telecamere. Stefano Pugi è una persona di grande cuore, la colpa non è sua, a lui va tutta la mia solidarietà”.
Vincenzo Buscaglia, presidente di Agefas, l’associazione che riunisce i familiari, amici e sostenitori dell’Isah, insieme a una delegazione di genitori, incontrerà nel pomeriggio il pm Enrico Cinnella della Porta.
Il magistrato coordina le indagini svolte dalla polizia nei confronti degli otto operatori sociosanitari indagati per abuso di mezzi di correzione. Gli atti, spintonamenti e violenze, consumati nel reparto sono stati immortalati dalle telecamere messe a disposizione degli inquirenti dalla stessa direzione della Fondazione presieduta da Stefano Pugi.