Ieri a Strasburgo, l'approvazione della direttiva sulle "Case Green" ha suscitato un acceso dibattito tra i membri del Parlamento europeo sugli effetti della normativa su famiglie e imprese. La revisione della direttiva UE sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici degli edifici entro il 2030, arrivando alla neutralità climatica entro il 2050, ma non sono state stanziate le risorse economiche necessarie.
“Per questo il cartellino rosso alla Commissione Europea e alla direttiva delle "Case Green" è più che giustificato” afferma l’On. Gianna Gancia e prosegue: “Non possono pagare le famiglie e le imprese le scelte ottusamente ideologiche delle sinistre europee. L’assenza di adeguati fondi per sostenere il rinnovamento energetico degli edifici mette a rischio il benessere delle famiglie e delle imprese europee, inclusi i cittadini italiani. L’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici non è in discussione, lo sono i tempi e i metodi".
Da più parti sono espresse preoccupazioni sugli oneri che la direttiva scarica sugli stati membri, famiglie e imprese per i costi degli interventi, potenziali svalutazioni degli immobili non efficientati e la riduzione concreta dell’accesso al credito, con mutui che privilegiano gli edifici adeguati alla normativa.
“E’ proprio così", conferma Gancia “per questo siamo in Europa, per impedire che le derive green possano affossare le nostre economie e, come in questo caso, mettere a rischio anche la casa dei cittadini europei e italiani. Comunque non tutto è perduto, la decisione finale spetta al Consiglio, dove l’Italia può far sentire la sua voce, in nome della compattezza dimostrata con il voto di ieri in Ue, da parte di tutto il centro destra italiano unito".