Nuova tegola sul Tenda, i cui lavori proseguono in un clima sempre più avvelenato. L'ultima sta in una lettera inviata ieri a Regione Piemonte, nelle persone del presidente Alberto Cirio, dell'assessore alle Infrastrutture Marco Gabusi, al presidente della Provincia Luca Robaldo e, ovviamente, ad Anas.
Dopo anni di silenzio, il consorzio torinese Edilmaco, in pieno accordo tra tutti i soci, ha deciso di dire la sua sul Tenda, un'opera che non trova pace e per la quale il Consorzio stesso ha chiesto altri tre mesi di tempo. Richiesta sulla quale Anas non si è ancora espressa.
"Abbiamo concordato il testo con i nostri legali. Dopo anni di accuse infamanti era il momento di dare la nostra versione dei fatti", spiegano dal Consorzio. Sotto il testo integrale della lettera, da cui emergono particolari che non mancheranno di avere conseguenze, a partire dalla mancanza di un progetto esecutivo approvato e dalla conseguente impossibilità a terminare l'opera per giugno 2024.
“Lo scrivente Consorzio Edilmaco, Appaltatore subentrante per l’esecuzione dei “Lavori di costruzione del nuovo Tunnel del Colle di Tenda e delle opere accessorie comprensive della costruzione dell’opera di presa della sorgente S. Macario”, al seguito del susseguirsi di informazioni non veritiere diffuse dalla stampa, gravemente lesive dell’immagine e dell’interesse del Consorzio e dei suoi professionisti, nonché, da ultimo, del Comunicato Stampa della Regione Piemonte del 28 febbraio scorso, nel quale si fa cenno all’applicazione di penali contrattuali ai danni dell’Appaltatore per ristorare i territori dei disagi generati dal ritardo della apertura al traffico del Tunnel di Tenda, ed al fine di tutelare la propria immagine, specie nella Regione in cui ha sede e in cui operano con orgoglio e professionalità da decenni le imprese consorziate, si vede costretto a far ricorso ai mezzi a disposizione rivolgendosi per mezzo del presente Comunicato direttamente agli Enti locali per rappresentar loro i fatti in nome della trasparenza e dell’etica professionale. Il Consorzio Edilmaco è subentrato nei lavori di cui trattasi (maggio 2019 ndr), a seguito della risoluzione contrattuale in danno del precedente appaltatore nel 2017; sin dal principio si sono dovute affrontare numerose criticità connesse alla riprogettazione delle opere contrattuali per non conformità imputate al precedente Appaltatore. A ciò si è aggiunto lo stravolgimento prodotto dalla gravissima alluvione del 3 ottobre 2020 che ha distrutto le aree di cantiere esterne e alcune delle opere già eseguite dal precedente appaltatore.
In tale contesto in cui il Consorzio Edilmaco si è trovato ad operare, è indubbio l’impegno profuso dallo stesso anche nell’ottica di agevolare la Committente ANAS nel rimuovere gli ostacoli di natura tecnica e amministrativa, acuiti dal coinvolgimento di due Stati in tutte le istruttorie, per consentire l’esecuzione dell’opera. Non possono certo essere trascurate, altresì, le oggettive criticità operative verificatesi nel corso di esecuzione, emerse successivamente all’intesa tra le Parti del luglio 2023, e i maggiori tempi utili per l’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni e approvazioni del progetto con conseguente decorrenza dei termini per cause, certo, non imputabili all’appaltatore e che ad oggi rendono impossibile il rispetto del termine del mese di giugno 2024, anche in mancanza di un progetto esecutivo approvato.
In questo contesto, di assoluta incertezza e straordinarietà, al Consorzio Edilmaco è stato esplicitamente richiesto uno sforzo immane – certamente non ordinario e prevedibile al momento della firma del contratto di subentro – nel reperire il personale e i mezzi necessari all’esecuzione dell’opera, nell’ottica di imprimere una accelerazione all’esecuzione e far fronte agli impedimenti occorsi.
A fronte di tale richiesta, Edilmaco sta assicurando la presenza media in cantiere di non meno di duecento lavoratori al giorno, su più turni di lavoro. Lo scrivente Consorzio ha invitato la Committenza a fare chiarezza sullo stato dei fatti in quanto non v’è traccia, nella narrazione pubblicistica, di tale impegno, che nessuno ha mai voluto o saputo riconoscere. Fa quindi specie che si faccia cenno, in queste condizioni e con queste premesse, a penali contrattuali “a ristoro dei territori”, la cui invocazione evidenzia la mancanza di conoscenza di fatti incontrovertibili che lo scrivente Consorzio ha richiesto ad ANAS di non tacere. Nel comune interesse, ma soprattutto nell’interesse del territorio e delle comunità locali, lo scrivente ritiene sia doveroso, da parte dei soggetti attuatori, rappresentare la verità dei fatti sopra accennati rendendo tutti pienamente edotti che l’opera, per la sua obiettiva complessità, ha subito uno slittamento oggettivo, certamente non addebitabile all’impresa esecutrice.
Il Consorzio, infatti, solidarizza pienamente con i territori e le comunità locali, danneggiati – come lo è lo scrivente – dall’andamento anomalo sia a livello amministrativo, che esecutivo della commessa e ritiene non più procrastinabile la loro piena informazione, non certo per amor di polemica, ma di verità. L’assenza di una responsabilità dell’Appaltatore e lo sforzo proattivo che lo stesso ha posto in essere allo scopo di dare accelerazione all’esecuzione, salvaguardando la sicurezza dei lavoratori, rendono inaccettabili le accuse ricevute; tanto meno può tollerarsi che i territori siano lasciati all’oscuro delle reali motivazioni e criticità generatrici di ritardo.
Giova, inoltre, rammentare che il contratto di appalto non trasferisce sull’appaltatore rischi connessi a ritardi nelle autorizzazioni, gestione dei rapporti intergovernativi, oltre alle cause di forza maggiore connesse a imprevisti di cantiere, i quali devono ricadere – sia in termini economici sia gestori – sull’Ente pubblico incaricato della Sua esecuzione. Riteniamo, in tale contesto, di avere il merito di non aver arrestato i lavori, proprio allo scopo di tutelare l’interesse pubblico primario a salvaguardia, in particolar modo, proprio dei territori e delle Comunità locali.
Per lo scrivente non è più tollerabile incassare accuse infondate e variegate, alcune anche diffamatorie, e subire ingerenze in tematiche squisitamente contrattuali, senza poter contare, né sulla doverosa difesa di chi il contratto e le problematiche le conosce bene, né su canali diretti di comunicazione sui quali esercitare il diritto di difesa. Si tratta della realizzazione di una complessa opera pubblica, unica nel suo genere e unica per le criticità che ha fatto registrare sin dal principio.
Il Consorzio Edilmaco è sempre stato in cantiere nonostante tutte le difficoltà, ma non può continuare ad essere il bersaglio silente di continue strumentalizzazioni proprio per il rispetto del territorio in cui opera e del lavoro che stanno svolgendo le maestranze impegnate nell’esecuzione dell’opera. Si impone una fattiva collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti contemperando gli interessi di ognuno, ma che non può prescindere da una conoscenza oggettiva delle problematiche e non può soprattutto sacrificare la sicurezza dei lavoratori che operano in cantiere".