In Liguria da 2015 i dati complessivi mostrano un lieve aumento del personale, ma scomponendolo tra contratti a tempo determinato e indeterminato emerge un dilagante ricorso al precariato, che in questa Regione è più che raddoppiato nel lasso di tempo analizzato. In particolare, i contratti a tempo determinato per il personale docente passano dai 2946 del 2015 ai 4.820 del 2023, così come aumenta il precariato tra il personale di sostegno (da 1104 a 2581) e tra il personale ATA (da 709 a 1360). In contrasto rispetto a questi dati, il numero di contratti a tempo indeterminato è in lieve diminuzione in tutte le categorie sopra elencate, con un preoccupante -23% tra i docenti di sostegno negli ultimi sette anni scolastici.
“I dati ministeriali dimostrano che i concorsi non sono serviti e che le politiche scolastiche sul reclutamento adottate sono fallimentari – commenta Davide D’Ambrosio, segretario generale della Uil Scuola RUA Liguria – In Liguria, come in tutta Italia, manca un vero turn over, che sarebbe non solo doveroso per dare certezze e un futuro stabile a tutto quel personale precario che da anni lavora con professionalità e sacrifici, ma anche conveniente: la stabilizzazione dei precari storici costerebbe alle casse dello Stato una cifra di 180 milioni di euro (circa 715 per lavoratore), che è la differenza tra il costo del docente licenziato a giugno e riassunto a settembre, tenuto conto che nei mesi estivi percepisce la cosiddetta disoccupazione. Occorre un intervento strutturale che elimini la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, una condizione surreale rispetto alla situazione delle scuole italiane. Quanto alle problematiche sul Sostegno, bisogna garantire che tutti gli alunni con disabilità abbiano un docente specializzato, motivo per cui insistiamo nel chiedere l’eliminazione del numero chiuso dai corsi universitari del TFA” conclude.