Eventi - 24 febbraio 2024, 07:59

Sanremo, a Villa Nobel lo scrittore Antonio Scurati parla di "Fascismo e Populismo. Mussolini oggi” (Foto)

Ha presentato il suo ultimo saggio rispondendo alle domande poste dalle sue interlocutrici Lucia Jacona e Francesca Rotta Gentile

"Fascismo e Populismo. Mussolini oggi” al centro dell'incontro andato in scena ieri, venerdì 23 febbraio, a Villa Nobel a Sanremo. Lo scrittore Antonio Scurati ha, infatti, presentato il suo ultimo saggio rispondendo alle domande poste dalle sue interlocutrici: Lucia Jacona, dirigente del liceo Colombo, e Francesca Rotta Gentile, curatrice delle rassegna letteraria Sa(n)remo lettori e docente al liceo Cassini.

Come suggerisce il sottotitolo, “Mussolini Oggi”, il libro analizza i rischi del fascismo che ancora permeano l’odierna società italiana e l’autore ribadisce la necessità per l’Italia di portare a compimento “quel processo di superamento del passato”, come hanno fatto i tedeschi col nazismo, per ritrovare il “sentimento perduto della storia”. L’autore ha sostenuto anche che "le manifestazioni violente e brutali, di cui il fascismo è permeato fin dall’origine sono esecrabili, proprio perché plateali sono forse meno pericolose ora di movimento politici, che pur ripudiando la violenza fisica e giocando all’interno delle dinamiche democratiche, richiamano con chiarezza alcuni caratteri del fascismo di Mussolini".

La vera minaccia alla democrazia parlamentare è, infatti, rappresentata dai populisti-sovranisti e lo scrittore spiega le sette “regole” alla base dei governi populisti. La prima e più importante è l’identificazione del popolo col leader, perciò Mussolini, comprendendo l’importanza che la comunicazione gestuale e verbale assume nella società di massa, si offre agli italiani attraverso lo slogan “Io sono il popolo”, “Il popolo sono io”.

Antonio Scurati prosegue poi facendo riflettere il pubblico sul fatto che la nostra generazione è privilegiata: "la più ricca, la più agiata, la più sana, meglio nutrita, meglio vestita, più longeva, più sicura, più protetta che abbia mai solcato la soglia della terra. E le mancanze che ci sono, quelle che vengono percepite come penuria, non sono materiali, ma spirituali. Non è la base materiale a mancare, ma" – ribadisce l’autore- "il sentimento della storia, qualcosa verso cui tendere. Proprio la mancanza in noi di questa abilità di 'sentire la storia', può forse derivare dal non aver ancora fatto i conti con il nostro passato fascista". "Rendersi conto del proprio nefasto passato presuppone, infatti, una preliminare e radicale assunzione di responsabilità”, afferma Scurati e senza questa presa di coscienza collettiva il fascismo, “come in un racconto di spettri, avrebbe continuato a infestare la nostra casa comune. E la nostra casa continua ad essere infestata. Bisogna attuare quindi una rivoluzione narrativa, perché fino ad ora la storia è stata raccontata dal punto di vista antifascista. Ma ciò ha messo in ombra il fatto che moltissimi, troppi italiani sono stati fascisti". Per questo motivo, Scurati ha deciso anni fa di raccontare il fascismo dall’interno, partendo dai fascisti stessi e dal loro fondatore: “Bisogna riconoscere che l’Italia ha inventato il fascismo, guardare dentro l’abisso e assumersi questa responsabilità. Se questo non avviene, il rischio è che un po’ di quel fascismo ci rimanga attaccato".

È ai giovani che l’autore si rivolge, con un ultimo ammonimento: “il fascismo nasce come violenza politica omicida e tale rimane. E questo non va dimenticato mai".

Redazione