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Attualità | 31 gennaio 2024, 08:01

Sanremo, canoni per gli ambulanti aumentati del 30%: ricorso al Presidente della Repubblica di Anva e Fiva

Nel mirino delle due associazioni di categoria anche i costi del mercato di Bordighera

Sanremo, canoni per gli ambulanti aumentati del 30%: ricorso al Presidente della Repubblica di Anva e Fiva

Ricorso al Presidente della Repubblica, da parte delle associazioni di categoria degli ambulanti (Fiva Confcommercio e Anva Confesercenti) contro le tariffe per il mercato di Sanremo. E’ stato presentato nei giorni scorsi dall’avvocato Silvia Sciandra.

Le due associazioni di categoria, infatti, lamentano un aumento delle tariffe del 30% ma, soprattutto, dopo le battaglia per rimuovere il vecchio canone risalente al 1960 se lo sono ritrovati nel nuovo, dovendo versare praticamente un terzo in più del dovuto. La legge 160 del 2019, in pratica, istituisce due tipologie di canoni, uno per le pubblicità (comma 816 a 836) e prevede che il comune possa variare le tariffe indicate al fine di raggiungere lo stesso gettito che si aveva con i tributi sostituiti dal nuovo canone. Il secondo canone (commi 837 a 843) riguarda i mercati e 'Si applica in deroga alle disposizioni concernenti il canone di cui al comma 816' cioè quello sulle pubblicità, testuali parole del comma 838.


Giuseppe Piccolo (Anva)            Fabrizio Sorgi (Fiva)

“Esiste una Legge, la 160 del 2019 – evidenziano Anva e Fiva – che prevede un massimale di canone e questo è stato sforato. Un problema che, tra l’altro, andremo a contestare anche a Bordighera, dove viviamo una situazione simile, se non peggiore visto che si parla di cifre superiori al 50% del dovuto. Abbiamo fatto una battaglia per il vecchio canone di concessione, che risale al 1960, ed adeguare le tariffe di quello nuovo. Nel 2022 lo abbiamo pagato in più e, invece, nel 2023 è stato tolto. Ora però è stato sommato il vecchio canone a quello nuovo. Uno dei motivi che ci ha spinti a fare il ricorso è dettato dal rispetto verso i comuni che si sono adeguati alla legge come Ventimiglia, Vallecrosia e Taggia”.

Nel ricorso viene evidenziato come: “In sede di prima applicazione il comportamento dei Comuni della Provincia di Imperia non è stato omogeneo e, in diverse occasioni, anche se prevalentemente in ordine all’applicazione della tariffa oraria, l’associazione  ha dovuto intervenire chiedendo la modifica del Regolamento o degli atti applicativi. Le richieste formulate state favorevolmente accolte dagli Enti interessati (Ventimiglia ed in parte Bordighera) che hanno provveduto a modificare i propri atti. Un analogo precorso di confronto è stato aperto anche nei confronti del Comune di Sanremo, che ha disposto la disapplicazione del vecchio canone che risultava ancora applicato. Pochi giorni dopo, nonostante una serie di mail con le perplessità manifestate dalle associazioni, ha adottato una nuova delibera, in cui con l’esplicita motivazione di ‘recuperare’ il mancato gettito del canone di concessione mercatale soppresso la settimana prima ha rideterminato le tariffe aumentandole ‘al fine di assicurare un gettito pari a quello complessivamente accertato nell’anno precedente’.”

Sempre nel ricorso viene sottolineato come “Le modalità di calcolo delle tariffe sono state chiarite dal MEF con la risoluzione n. 1/DF in cui si precisa che per le occupazioni temporanee ‘la tariffa di base giornaliera, diversamente dalle occupazioni permanenti, può essere variata solo entro i limiti espressamente stabiliti dal successivo comma 843’. Per poi concludere poco oltre “Pertanto, alla luce di quanto appena enucleato dall’esame della disciplina del canone unico patrimoniale sulle aree destinate a mercati ed al fine di soddisfare le richieste pervenute, si deve concludere che la piena autonomia regolamentare dell’ente locale in materia deve essere esercitata nel rispetto delle norme appena illustrate, per cui l’individuazione dei ‘coefficienti moltiplicatori’  per la determinazione  del canone per le occupazioni di carattere temporaneo è legittima solo se effettuata nel rispetto dei limiti espressamente previsti dal citato comma 843”.

Secondo quanto evidenziato nel ricorso “Risulta, pertanto, di palese evidenza la violazione di legge in cui è incorso il Comune di Sanremo. Chiediamo, quindi, l’annullamento del provvedimento impugnato nonché di ogni altro atto antecedente, conseguente e, comunque, connesso”.

Carlo Alessi

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