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Eventi | 28 gennaio 2024, 07:11

Mostra e proiezione, Bordighera commemora il Giorno della Memoria (Foto e video)

Pubblicazioni, libri, documenti e immagini in ricordo della Shoah

Mostra e proiezione, Bordighera commemora il Giorno della Memoria (Foto e video)

Pubblicazioni, libri, documenti e immagini in ricordo della Shoah si possono ammirare nella sede dell'Anpi-Unione Culturale Democratica a Bordighera fino al 4 febbraio. E' stata inaugurata ieri pomeriggio, con un documentario sulla Shoah, la mostra dedicata al "Giorno della Memoria".

L'esposizione, a ingresso libero, in via Al Mercato n. 8 si potrà visitare tutti i giorni, festivi compresi, dalle 17 alle 19. "Nulla coinvolge di più del ricordo della Shoah al quale l'Italia ha dedicato dal 2000 una giornata, il 27 gennaio, definita 'Il Giorno della Memoria'. E' un'occasione per rendere cultura comune la consapevolezza di quanto è tragicamente accaduto nella 'civile' Europa e avere ben presente le dinamiche all'origine dell'affermazione del fascismo e del nazismo impedendone con una maggiore cultura storica il ritorno"- dice Giorgio Loreti, presidente dell'Anpi Bordighera - "In vent'anni è cresciuto in modo esponenziale il numero delle persone che credono che la Shoah non sia mai esistita nonostante le testimonianze dei sopravvissuti e il numero accertato, per difetto, delle vittime".

Sono stati ricordati il ventimigliese Olimpio Muratore, arrestato dai nazi-fascisti e deportato nel lager di Mauthausen, e il bordigotto Antonio 'Nino' Biancheri e, inoltre, è stato contattato telefonicamente un superstite dell'Olocausto: Gilberto Salmoni"Venti milioni e più le persone uccise dalla barbarie nazista con l'aiuto dei regimi fascisti alleati e al servizio di Hitler e dei suoi scherani. Un numero impressionante di per sé ma ben più sconvolgente quando si pensi alle traversie vissute da ciascuna vittima, al dolore fisico e morale, alle violenze loro inferte, fino all'inalazione dell'acido cianidrico Zyklon che le avrebbe portate alla morte per soffocamento nelle false docce e all'incenerimento nei forni crematori" - afferma Loreti - "Dopo la fine della seconda guerra mondiale, aprile-maggio del 1945, i sopravvissuti poterono rientrare nei propri paesi e nelle loro abitazioni. In tutti vi era la volontà di riprendere una vita civile, sicura, in pace e di ricostruire quanto gli eventi bellici avevano distrutto. I reduci dei lager volevano voltare pagina e riprendere il proprio equilibrio psico-fisico, minato anche dal senso inconscio di colpa per essere in vita mentre gli altri erano morti. Era impossibile trovare persino le parole per descrivere l'inferno concentrazionario che avevano attraversato: nessuna parola né immagine erano in grado di rispecchiare la realtà. I sopravvissuti, anche se erano interpellati da persone amiche, alla richiesta di raccontare quanto avevano subito e in che consistesse la loro deportazione, si sottraevano invitando a 'lasciare perdere'. Come rispose un mio caro amico: il deportato Antonio 'Nino' Biancheri di Bordighera".

Elisa Colli

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