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Economia | 25 gennaio 2024, 11:22

Non solo CBD: 5 cannabinoidi legali che non conosci

CBD e THC sono i principi attivi più famosi della Cannabis sativa L. ed anche quelli presenti con maggior percentuale. Eppure, la pianta di canapa contiene oltre 100 tipi di cannabinoidi naturali, ognuno dei quali causa effetti specifici nel corpo umano.

Non solo CBD: 5 cannabinoidi legali che non conosci

CBD e THC sono i principi attivi più famosi della Cannabis sativa L. ed anche quelli presenti con maggior percentuale. Eppure, la pianta di canapa contiene oltre 100 tipi di cannabinoidi naturali, ognuno dei quali causa effetti specifici nel corpo umano.

Cosa sono i cannabinoidi

I cannabinoidi sono delle sostanze chimiche lipidiche di origine naturale che permettono all’organismo di raggiungere uno stato di benessere dovuto all’omeostasi. Il loro compito è quello di legarsi ai recettori del sistema endocannabinoide, di interagire con il sistema nervoso e immunitario e di permettere l’equilibrio e il corretto funzionamento del corpo.

Esistono due tipi di cannabinoidi: quelli prodotti naturalmente dal corpo umano, chiamati cannabinoidi endogeni, e quelli reperibili in natura, i cannabinoidi esogeni, a cui appartengono i fitocannabinoidi, cioè quelli presenti all’interno della cannabis e dei suoi derivati.

Cannabinoidi meno conosciuti nella cannabis

Tutti i cannabinoidi sono fondamentali per il benessere dell’organismo, grazie agli effetti che sono in grado di generare. Ma, come accennato, solo due sono oggetto di tantissimi studi: il THC, al primo posto in termini di quantità e concentrazione, con effetti psicoattivi, e il CBD, privo di effetti psicotropi sull’organismo e ricco di proprietà terapeutiche.

Oltre a questi, esistono molti altri cannabinoidi minori con alle spalle meno ricerche, ma che in Italia sono considerati legali, e che si trovano all’interno dei prodotti derivati dalla cannabis light. Ecco i 5 più importanti.

CBC

Il CBC o cannabicromene, per quantità, è il secondo cannabinoide presente nella cannabis, dopo il THC. I suoi effetti più noti sono ad azione antinfiammatoria, antidolorifica, ansiolitica, antidepressiva, analgesica, antibatterica e antifungina, particolarmente efficace per combattere l’escherichia coli, lo stafilococco e la muffa nera (Aspergillus niger). Alcuni studi recenti stanno valutando il suo apporto nella ricerca sulla ricrescita delle cellule cerebrali (stimolazione della neurogenesi).

CBN

Il CBN o cannabinolo viene attivato dalla scomposizione del THC per ossidazione, infatti ha una struttura simile al THC. A differenza di questo, però, non presenta effetti psicoattivi se non in minimissima parte, soprattutto nella pianta fresca. Tra i numerosi benefici per l’organismo a cui è associato, spicca la sua interazione con le cellule cerebrali.

L’interesse nei confronti del CBN è iniziato proprio in rapporto alla sua funzione protettiva: pare che questo cannabinoide sarebbe in grado di rallentare e contrastare i processi ossidativi, cioè quelli che portano al deperimento e alla morte delle cellule cerebrali, che poi è la causa di disturbi neurologici degenerativi come l’Alzheimer.

Spesso, però, il THC viene preferito al CBN, perché una conseguenza degli effetti di quest’ultimo è generare un senso di nausea se assunto ad alte concentrazioni.

CBG

Il CBG o cannabigerolo è in grado di interagire con alcuni enzimi specifici e di convertirsi in altri cannabinoidi. Per questo alcuni studi lo comparano ad una “cellula staminale” di molte altre sostanze presenti nella cannabis, fra cui il THC e il CBD, anche se nella pianta di canapa si trova in bassissime concentrazioni.

Per molti anni è stato uno dei cannabinoidi meno studiati ma oggi è riconosciuto per le sue importanti proprietà terapeutiche. Ricco di effetti ansiolitici e antidepressivi, antinfiammatori e antiossidanti, ma anche antibatterici e di rilassamento dei muscoli, molti prodotti disponibili in commercio sono a base di CBG. È importante scegliere un CBD shop di fiducia che informi il consumatore sulla presenza di questo cannabidiolo, dal momento che la sua poca fama potrebbe non valorizzarlo come merita.

THCV

La THCV o tetraidrocannabivarina ha degli effetti psicotropi simili a quelli del THC, che variano in base alle dosi assunte. Eppure questo cannabidiolo è in grado di mitigare gli effetti psicoattivi del THC.

Gli effetti e i benefici per l’organismo di cui è ricco trovano applicazione nel campo analgesico, antinfiammatorio, neuroprotettivo, ansiolitico, antiepilettico e antinausea, ma anche efficaci come supporto dell’apparato scheletrico, di equilibrio del ciclo-sonno veglia e di regolazione dell’appetito nel trattamento dei disordini metabolici. Alcune ricerche recenti riconoscono l’efficacia della THCV come potenziale anti-diabetico e anti-colesterolo.

CBDV

La CBDV o cannabidivarina è balzata agli onori della comunità scientifica per via dei suoi potenziali effetti nel trattamento dei pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico. Pare che questo cannabidiolo poco conosciuto si stia rivelando utile per contrastare e ridurre le convulsioni e le infiammazioni, ma anche come aiuto nella gestione dello stress. Da sottolineare è anche il suo potenziale di regolazione della funzione cerebrale, a cui consegue un miglioramento della socialità, della memoria e della qualità del sonno.

Le proprietà terapeutiche di questi cannabidioli sono davvero notevoli, per questo ci si augura che presto l’uso medico della cannabis venga sempre più riconosciuto e diffuso, in modo da poter sfruttare ogni singolo principio attivo.

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