Attualità - 22 gennaio 2024, 12:20

“Un’altra riserva d’acqua è ancora possibile”, le associazioni si mobilitano per il futuro idrico in provincia

Intervento a seguito del convegno “Diamo da bere al Roja”

Le associazioni Acli Sanremo, Attac Imperia, Casa Balestra, Ci Siamo in difesa dei beni comuni CI-CA , Collettivo Italia-Centro America, CimAP - Coordinamento imperiese Acqua Pubblica, Cittadinanzattiva Imperia, Club per l’Unesco di Sanremo ODV, Fridays For Future Ventimiglia, Italia Nostra Ponente Ligure, Ortinsieme, Popoli in Arte ODV, Società della Cura , Teatro dell’Attrito e USB Imperia intervengono in merito al convegno “Diamo da bere al Roja”.

L'interessante convegno di sabato 20 gennaio organizzato dal Lions Club di Ventimiglia e patrocinato da Comuni, Provincia e Regione, “Diamo da bere al Roja - Rinaturalizzare e ricaricare la falda del nostro fiume perché continui ad essere preziosa risorsa”, grazie al contributo degli esperti intervenuti, il geologo Andrea Mandarino dell’Università di Genova e l’idrogeologo Rudy Rossetto della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha evidenziato la possibilità della messa in opera di azioni non gravose economicamente, socialmente compatibili, e non impattanti dal punto di vista ambientale, che ben si adattano alla fragile morfologia del nostro territorio; progetti fruibili per le generazioni del futuro - dichiarano i rappresentanti delle associazioni - sono stati citati esempi realizzati in Toscana, nel fiume Serchio, attraverso schemi di geo-ingegneria in cui sono state adottate soluzioni per incrementare la ricarica naturale della falda, i pozzi di ricarica, preservando e immettendo acqua nei periodi in cui è disponibile, nel grande serbatoio in cui naturalmente si trova, ovvero nel sottosuolo. Tutto ciò con la riduzione dei fenomeni evaporativi e della proliferazione di alghe e insetti a cui gli invasi superficiali sono inevitabilmente esposti. I costi quantificati, per un valore medio di 300 mila euro nei tempi esecutivi di un anno, equivarrebbero a meno della metà di quelli stanziati per il solo progetto di fattibilità della diga in Valle Argentina, a fronte di un costo di realizzazione ipotizzato di circa 60 milioni di euro. A detta dei relatori, se dal 2002 ad oggi le crisi idriche non hanno ancora trovato soluzioni, dighe e grandi opere sono superate per i lunghi tempi di realizzazione e finanziamento, i costi onerosi e i rischi di speculazioni. Oggi le soluzioni alternative ci sono, sono praticate e riconosciute scientificamente. Auspichiamo che gli amministratori presenti al convegno facciano tesoro di tutto quello che è emerso di innovativo e prendano in seria considerazione  le relazioni e le argomentazioni in merito all'ecomorfologia degli alvei ed ai rischi conseguenti di una cattiva gestione. In un contesto acquifero complessivo comunque incoraggiante, “in cui le risorse di falda siano attualmente da considerarsi sufficienti ad assicurare l’approvvigionamento idropotabile sul medio lungo periodo nei rispettivi bacini di utenza”, come riportato nella relazione di Aggiornamento del Piano di Ambito dell’ATO Ovest Imperiese - Ottobre 2023, nonostante che continuino a registrarsi nelle reti circa il 45% di perdite. Anche per l’entroterra, salvaguardare e implementare le risorse idriche disponibili vuol dire preservare i prelievi potabili, prevenire il rischio idrogeologico e aumentare la captazione dalle sorgenti ad oggi inutilizzate. Su ciò, si sono mobilitati comitati e associazioni locali che insieme hanno organizzato l’iniziativa “L’acqua è vita. Come contrastare la siccità?” lo scorso 26 ottobre, per un confronto con esperti, cittadini e molte realtà della Valle Argentina e non solo, giungendo a promuovere l’appello “Le nostre vite e il nostro territorio valgono più di qualunque profitto” rivolto a tutto il territorio imperiese (https://cisiamo9.blogspot.com/). Uniamo le forze, difendiamo tutte e tutti insieme il nostro territorio e torniamo a prendere in mano le nostre vite, perché l’acqua è vita e un bene comune incompatibile con le regole del mercato. Un’altra riserva d’acqua è ancora possibile. Le alternative alle dighe esistono”.

C.S.