Eventi - 16 gennaio 2024, 16:23

Sanremo: tutto esaurito a Villa Nobel per l'intervista alla scrittrice Donatella Di Pietrantonio

L’autrice ha presentato a Sanremo la sua ultima fatica letteraria ‘L’età fragile’, all’interno della rassegna letteraria Sa(n)remo lettori

Tutto esaurito, lunedì scorso nei locali della serra La Fenice di Villa Nobel a Sanremo. Motivo dell’affluenza è stata l’intervista alla scrittrice Donatella Di Pietrantonio, vincitrice del premio del premio Campiello con ‘L’Arminuta’, del David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale con il film ‘L’Arminuta’, tratto dall’omonimo romanzo e finalista del premio Strega con il romanzo ‘Borgo Sud’.

L’autrice ha presentato a Sanremo la sua ultima fatica letteraria ‘L’età fragile’, all’interno della rassegna letteraria Sa(n)remo lettori, curata dalla professoressa Francesca Rotta Gentile del liceo Cassini di Sanremo. La chiacchierata letteraria si è aperta ponendo l’attenzione sui luoghi del romanzo, in particolare la severa montagna del massiccio Gran Sasso e lo sperone ‘Dente del lupo’ che, come afferma l’autrice, “diventano quasi veri e propri protagonisti”. La montagna infatti con la sua severità e la sua limpidezza è spesso identificata come un luogo buono, un luogo sicuro, ma nel romanzo ‘nessun luogo è sicuro’ quando è toccato dall’uomo.

Il romanzo infatti si basa su un violento fatto di cronaca realmente accaduto, il cosiddetto massacro del Morrone, nel quale due ragazze furono aggredite e uccise durante un’escursione, proprio in questi luoghi, ecco quindi che il mito della montagna come luogo sicuro viene infranto dalla crudeltà della realtà e della storia. Ma la montagna e anche il luogo del silenzio, di un silenzio così forte che diventa parola ed è proprio il silenzio una degli elementi costitutivi del romanzo. Il silenzio è però molto più espressivo delle parole, un silenzio eloquente, un “non detto” che si eredita di generazione in generazione, e che determina relazioni mute tra le persone, spesso anche a causa della povertà del lessico dei sentimenti, che spesso caratterizza i dialetti. Strettamente collegata al tema del silenzio è il tema dell’ incomunicabilità, sopratutto nei rapporti familiari, tra cui il rapporto madre e figlia, una costante nei libri della Di Pietrantonio, tema che ha origine dalla sua esperienza personale.

“La maternità è uno dei nostri grandi miti – afferma l’autrice – dalle madri spesso si pretende che siano perfetti e che abbiano superpoteri, ma spesso non è così”.  Tema comunque centrane nel romanzo e la violenza che trova l’espressione nel femminicidio di due ragazze che trascorrevano una vacanza nella zona. Tutti i personaggi di questo romanzo sono in lotta con una cultura che li ha cresciuti e formati, in conflitto con una società patriarcale obsoleta che  li porta ad accelerare la loro crescita e a ritrovarsi troppo presto nell’età adulta. Come dice Lucia, protagonista del romanzo ‘volevamo solo essere giovani’, ma un evento traumatico che ha toccato Lucia indirettamente ma nel profondo, l’ha proiettata in un mondo adulto che non è né consolatorio né risolutivo. Così le fragilità dell’adolescenza sono diventate le crepe dell’età adulta, non esiste una sola età fragile, ma le fragilità accompagnano ciascuno di noi, indipendentemente dal sesso ed indipendentemente dall’età durante tutta la vita”.

L’incontro si è concluso con una riflessione sui femminicidi odierni e con un ricordo a Giulia Cecchettin.